La siccità in Sicilia è diventata un “fenomeno insostenibile”. Lo ha dichiarato il vescovo di Cefalù e delegato per i problemi sociali della CESi S.E.R. monsignor Giuseppe Marciante al SIR in una interessante intervista rilasciata al giornalista Filippo Passantino.

Marciante, “Fenomeno siccità è diventato insostenibile”

Secondo il vescovo Marciante “con il cambiamento climatico il fenomeno della siccità è diventato insostenibile perché diminuiscono le piogge e le temperature diventano sempre più calde. La gravità, soprattutto in estate, ha ormai raggiunto livelli insopportabili e ha messo a rischio tutto il settore agricolo, zootecnico e forestale profondamente provati anche dalla triste piaga degli incendi”. È un quadro allarmante quello disegnato da monsignor Marciante che parla anche delle “deficienze strutturali che vanno dai sistemi di irrigazione dispersivi al numero insufficiente di invasi attivi o inservibili” per la mancata manutenzione.

“Limitare lo spreco dell’acqua”

Cosa si può dunque fare per affrontare la grave crisi? Marciante auspica alcuni interventi a partire dalla cosa più semplice “limitare lo spreco dell’acqua” utilizzando un modo intelligente e diffuso dell’irrigazione a goccia, aumentando il numero dei laghetti artificiali in modo da accumulare una riserva nel periodo invernale, riutilizzando le acque reflue degli impianti di depurazione per l’agricoltura e gli usi civici così da risparmiare altre risorse preziose per l’uso domestico e igienico.

Valutare i vantaggi su uso dissalazione

Per il vescovo Marciante inoltre si dovrebbero valutare i vantaggi resi possibili dall’uso della dissalazione all’interno di un sistema integrato di fonti e da soluzioni di approvvigionamento.

Infine l’importanza di manutenere le condutture e gli invasi che oggi causano una dispersione del 50% delle risorse idriche e ricorda quello che definisce “un vero e proprio ‘monumento dello spreco’” nel cuore delle Madonie: l’incompiuta diga di Blufi.

“La politica programmi interventi strutturali”

Secondo il vescovo di Cefalù la politica “deve ben programmare gli interventi strutturali” necessari e “andare oltre la gestione dell’emergenza come per gli incendi superando tempestivamente gli ostacoli burocratici” ma anche vigilare “su eventuali speculazioni sull’acqua che possano danneggiare i cittadini”. Marciante ricorda le battaglie per l’acqua del sociologo Danilo Dolci, lotte come atto di liberazione dal potere mafioso.

Continuando nell’intervista a Passantino il vescovo ricorda l’impegno importante che tutti i cittadini devono assumersi: ogni siciliano deve ricordare che l’acqua è un dono e un bene prezioso e non va sprecata e “deve difendere la sua dignità col coraggio di lottare e partecipare alla soluzione dei problemi e, non ultimo, vivere la solidarietà anche nel consumo dell’acqua”.

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