Le ferite lasciate dagli incendi che a fine luglio hanno colpito Palermo non si sono rimarginate. Tutt’altro. Palazzine letteralmente sventrate dalle fiamme, case abbandonate e beni storici fortemente danneggiati. Da Santa Maria di Gesù a Borgo Nuovo, da Tommaso Natale a Mondello. I roghi hanno devastato ogni cosa. In questo, la forza della natura è stata brutalmente democratica. A ricordarlo, lo stato di alcuni immobili in città, ancora oggi danneggiati e non ancora messi in sicurezza. Fatto per il quale il sindaco Roberto Lagalla ha emesso una quindicina di ordinanze sindacali con le quali sostanzialmente, riconoscendo lo stato di inagibilità dei luoghi, ha ordinato lo sgombero delle palazzine, così come della chiesa di San Benedetto Il Moro all’interno del complesso monumentale di Santa Maria di Gesù.
All’interno dei provvedimenti emanati dal sindaco, rientrano immobili ricadenti in via Spadafora, via Bellolampo, via Castellana, via Poggio Ridente, via Polifemo, via Rosario Nicoletti, viale Regione Siciliana, via Saffo, via Grotte Partanna, via Piero della Francesca, via Poggio del Pineto e via Gaetano Falzone. In alcuni casi, i danni subiti superano anche il milione di euro. Fatto che mette i privati in condizione di non potere sostenere le spese per ricostruire ciò che la natura, l’incuria e, con ogni probabilità, la mano dell’uomo gli hanno tolto. Al contempo però, c’è da considerare i rischi per la sicurezza e l’incolumità pubblica.
A ricordarlo, qualora ce ne fosse bisogno, quanto accaduto dalle parti di via Saffo, a Mondello. Luogo nel quale risiede una delle palazzine danneggiate dagli incendi di fine luglio. Qui, a causa dei danni lasciati dalle fiamme e dell’azione delle forti folate di vento che hanno colpito Palermo ad inizio anno, si è scoperchiato il tetto di una palazzina. I resti di quanto copriva il palazzo sono al suolo, depositati lì dopo l’intervento di messa in sicurezza eseguito dai vigili del fuoco. A parlare di quanto successo uno dei proprietari dell’immobile, al quale non è stato ancora notificato il provvedimento di sgombero. Al di là dell’atto burocratico, l’uomo si prepara a spostarsi insieme alla sua famiglia e ai suoi animali domestici in un’altra abitazione in provincia, in attesa che vengano fatti i necessari provvedimenti di messa in sicurezza.
Fatto per il quale il proprietario ritiene necessaria “la concessione dello stato d’emergenza, con la quale sarebbe possibile quantomeno condurre i primi interventi di messa in sicurezza dello stabile“. L’ok deve arrivare da Roma, ma al momento non ci sono notizie in merito. Intanto, di certo, ci sono soltanto i danni. “Il Comune si farà carico delle spese di ristrutturazione degli immobili di edilizia residenziale pubblica – ha dichiarato il sindaco Roberto Lagalla lo scorso 9 gennaio -, mentre sarà nuovamente inviata la certificazione dei danni stimati dai privati, unitamente alla documentazione richiesta dal Dipartimento di Protezione civile regionale nella nota dell’8 gennaio, nell’ambito della dichiarazione dello stato di emergenza e ai fini della prevista contribuzione da parte del Governo nazionale e delle eventuali misure che la Regione Siciliana vorrà adottare. Nel frattempo, continua l’attività di ospitalità, seguita dall’assessorato alle Politiche sociali, delle famiglie rimaste fuori dalle proprie case”.