“Non mi dimetto, sarebbe come ammettere colpe che non ho. Se vuole mi revochi lui dalla carica di assessore”. E’ determinato l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti Giovanni Pistorio. Non intende ottemperare all’invito pubblico alle dimissioni che gli è stato rivolto ieri dal Presidente della Regione con una lettera aperta che prendeva le mosse dalla pubblicazione di nuove intercettazioni nell’ambito dell’inchiesta Mare Monstrum che ha portato in carcere l’armatore Ettore Morace, che ha stravolto la campagna elettorale di Trapani fino alla decisione del candidato sindaco al ballottaggio Mimmo Fazio di lasciare e che ha portato ai domiciliari per un periodo anche il segretario particolare di Pistorio, Giuseppe Montalto.
Che Crocetta attendesse l’occasione, a seguito delle pubbliche scuse di Pistorio, per tornare sulla vicenda dopo aver rimuginato per giorni appariva chiaro a chiunque lo conoscesse. C’è poi, forse, anche una motivazione politica. Far dimettere Pistorio significa aprire il confronto con i centristi che potrebbero dimettersi in massa e stringere all’angolo il Pd in vista delle candidature. Una strategia poco raffinata e sembra anche poco efficace alla luce della reazione di Pistorio.
“Non ho fatto nulla – continua Pistorio parlando a BlogSicilia – non sono indagato, tutti gli atti amministrativi sono corretti e non ci sono profili di censura al mio operato. Quelle tre battute infelici sono non semplicemente private ma privatissime e non sarebbero dovute diventare pubbliche come ho detto più di una volta. Mi sento un po’ come il protagonista del vecchio film ‘La vita degli altri’ sulle attività della Stasi a Berlino est negli anni della cortina di ferro. Ci sono tifosi di questo clima che non possono trovare il mio consenso. Se tutti dovessi rispondere delle battute fatte in privato lontano da occhi e orecchie indiscrete non si salverebbe nessuno. Le intercettazioni servono a fornire elementi di inchiesta alla magistratura. Non ne sono stati trovati a mio carico quindi non c’è nulla da aggiungere”.
Su Cuffaro poi Pistorio precisa ulteriormente “L’ho visto solo una volta in carcere quando ero ancora senatore. Poi non l’ho più visto. neanche doppo che è uscito dal carcere. Solo una volta me lo passarono al telefono per salutarlo. Quini anche per quel che riguarda Cuffaro c’è davvero poco da dire”
La palla torna, adesso, al Presidente della Regione che nella sua decisione di revocare il mandato all’assessore Pistorio dovrà tenere conto anche delle conseguenze politiche e non solo del suo personale risentimento.
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