- Scontro a colpi di metafore calcistiche tra l’onorevole Carmelo Pullara e diverse sigle sindacali
- Pullara “Squadra che vince non si cambia”
- Cobas, Confintesa, Mud, Fials, Fsi – Usae “Se una squadra non funziona a pagare è sempre l’allenatore al 99% dei casi”
Le dimissioni del presidente della Seus Davide Croce finiscono al centro di uno scontro ‘calcistico’ tra il deputato all’Ars Carmelo Pullara e diverse sigle sindacali.
Da un lato l’onorevole Carmelo Pullara, vicepresidente della commissione Sanità all’Ars, che dice “squadra che vince non si cambia” o “squadra che perde si rinnova”. Dall’altro i sindacati: “Se una squadra non funziona a pagare è sempre l’allenatore al 99% dei casi”. Oggetto del contendere il caso della Seus.
Pullara “Sembra un tiro al bersaglio”
“Mi pare – spiega Pullara – di assistere a un tiro al bersaglio, figlio delle tensioni della maggioranza, piuttosto che delle attenzioni al servizio verso i cittadini in un campo nevralgico come quello della salute in emergenza ed urgenza. Se il professore Croce, chiamato a dirigere la Seus con un preciso compito, invero quello del portare avanti una riforma avvicinandoci allo schema delle altre regioni, viene messo sul banco degli imputati, non si capisce per cosa avendo applicato norme previste dal contratto, non penso che le medesime colpe non possano essere attribuite agli altri componenti del Consiglio di amministrazione”.
Continua: “Diversamente – sottolinea il deputato – questo strabismo farebbe pensare a un atteggiamento volto più a liberarsi di una persona libera e fuori dagli schemi. Forse perché lo stesso, appunto perché libero, non ha accettato padrini e padroni. Laicamente e disinteressatamente mi aspetto che il Governo regionale sulla Seus abbia un approccio tecnico e non politico inteso partitico o di equilibrio di coalizione”.
“Se la squadra non è andata bene – conclude Pullara – si rinnova tutta, compreso lo staff tecnico, diversamente si conferma il solo giocatore a parametro zero. Sempre utilizzando la medesima metafora calcistica”.
I sindacati “Chi fa allenatore si assume responsabilità”
I sindacati Cobas, Confintesa, Mud, Fials, Fsi – Usae ribadiscono. “Se una squadra non funziona a pagare è sempre l’allenatore al 99% dei casi. Chi fa l’allenatore si assume le responsabilità anche in caso di spogliatoio spaccato. I giocatori sono sempre stati in campo con lealtà ed hanno superato crisi epocali come l’odierna Pandemia. I loro responsabili Operativi hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo lavorando sempre in presenza, rischiando ogni giorno il contagio. Gli Uffici hanno sempre risposto ad ogni richiesta dirigenziale, dovendo confrontarsi con situazioni irreversibili come la vetustà del parco mezzi”.
“Strumentalizzazione non fa parte di Seus e soccorritori”
“Le procedure sono state tutte applicate – continuano i sindacati – supplendo anche alle Asp, con spirito di sistema, allorquando il personale Seus si è trovato, ad esempio, a dover fronteggiare le continue sanificazioni dei mezzi. Cosa si puoi dire al personale Seus ed a chi lo ha diretto in presenza sul territorio, se non grazie? Altre logiche il personale Seus non ne conosce, ad un movimento ad un sindacato ha fatto spostare l’abnegazione verso un’attività tesa al salvataggio della vita umana. Strumentalizzare il personale e fare entrare dentro la politica, non appartiene ai livelli intermedi della Seus né tantomeno ai soccorritori. Non si sono registrate criticità per tutta la pandemia a far data 2020 e si è anche proceduto alla revisione in corsa delle regole che fino a prima della Pandemia erano solo scritte sui manuali. Di più non si potrebbe fare, se non con una riflessione sul Sistema per riformarlo alla luce proprio di quanto vissuto. Ed è in questo campo che la politica dovrebbe intervenire, non per le difese di chi potrebbe difendersi da solo o di chi in questi anni è stato assente o venendo due volte al mese in Sicilia per gestire un servizio di emergenza così delicato”.
Chiesto l’intervento dell’assessore Razza
Le parti sociali continuano: “Parametro zero? A 100.000,00 euro l’anno per una presenza di un giorno ogni 10 giorni. Chiediamo all’assessore Razza di intervenire (vista la scadenza di mandato dell’attuale CdA), con estrema sollecitudine. Confidiamo ancora una volta nel Suo autorevole intervento, al fine di far ripartire una macchina ferma da tre anni”.
“Sciopero riflette malumori e preoccupazioni di 1600 dipendenti”
“Per quanto sopra esposto, ricordiamo che lo sciopero dello scorso 3 giugno è espressione di malumori e preoccupazioni di circa 1600 dipendenti che attendono risposte certe da parte delle Istituzioni Regionali. Le scriventi si riservano di richiedere un’apposita commissione d’inchiesta relativa all’iniziativa del Presidente per l’innalzamento dei livelli, in considerazione anche delle innumerevoli richieste di accesso agli atti fino ad oggi mai per venute. Restiamo in attesa di urgente cenno di riscontro”.
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