Per la procura della Corte dei Conti il danno quantificato dalla gestione del gruppo del Pd era di 530 mila euro.
Oltre a spese per i pasti consumati al bar e alla bouvette dell’Ars, regali, convegni e acquisto di copie di libri e giornali, c’erano anche il leasing di due auto: una Mercedes e una Audi.
Per il capogruppo dell’Ars non doveva essere lui solo a dovere rispondere di questi soldi, ma tutti i componenti del gruppo visto che le spese, “in aderenza alle previsioni del Regolamento del Gruppo, – si legge nella sentenza – erano stati adottati annualmente bilanci preventivi e consuntivi, tutti coloro che avevano concorso all’adozione dei documenti di programmazione delle spese e dei rendiconti”.
Da qui Cracolici, difeso dagli avvocati Francesco Stallone e Antonio Saitta, aveva chiesto l’ampliamento della platea dei convenuti con la chiamata in causa di tutto il Gruppo consiliare del PD all’ARS nel corso della XV legislatura (Roberto Ammatuna, Giuseppe Apprendi, Giovanni Barbagallo, Mario Bonomo, Roberto De Benedictis, Giacomo Di Benedetto, Giuseppe Digiacomo, Antonino Di Guardo, Michele Donato Donegani, Davide Faraone, Massimo Ferrara, Cataldo Fiorenza, Michele Galvagno, Baldassare Gucciardi, Giuseppe Laccoto, Giuseppe Lupo, Vincenzo Marinello, Bruno Marziano, Bernardo Mattarella, Camillo Oddo, Filippo Panarello, Giovanni Panepinto, Salvino Pantuso, Giuseppe Picciolo, Concetta Raia, Francesco Rinaldi, Calogero Arturo Speciale, Salvatore Termini, Gaspare Vitrano.
Non per i giudici della Corte dei Conti visto che nel regolamento previsto che “Il Presidente è responsabile della gestione finanziaria del gruppo”.
Per quanto riguarda le auto in leasing una Mercedes Classe S 320 e un’Audi A6 per 164 mila euro non c’è danno erariale anche se il presidente Luciana Savagnone, il relatore Roberto Rizzi e Giuseppa Cernigliaro componente bacchettano la scelta.
“Non v’è dubbio che, soprattutto in un contesto caratterizzato da una congiuntura economica per molti versi drammatica, da un crollo della fiducia nei confronti degli apparati rappresentativi e da tensioni sociali profonde la scelta di utilizzare due lussuose autovetture per svolgere compiti istituzionali appaia, a livello di impressione epidermica, di complicata metabolizzazione”.
Sono tutte da risarcire, circa 346 mila euro, invece le spese per 73 mila euro spesi alla bouvette dell’Ars, 50 mila euro per le spese legali per un ricorso presentato dal 2008 da Rita Borsellino e altri per l’annullamento delle elezioni del 13 e 14 aprile del 2008, 49 mila euro per regali, gratifiche, brindisi augurali pasquali e per l’acquisto di copie di libri e del mensile Agrisicilia e diversi acquisti di fiori per cerimonie funebri.
Considerevole la voce per i convegni tra questi due del deputato Davide Faraone: 6 mila euro per un convegno sugli impianti sportivi di Palermo e 3 mila euro per l’agenda digitale del Comune di Palermo. Considerevole le voci contestate dai giudici anche per le spese sostenute per i sondaggi elettorali circa 28 mila euro e a sostegno delle campagne referendarie quasi 9 mila euro.