Un sostegno alle famiglie dello Sperone per evitare il traumatico distacco dai bambini nei casi più difficili. E’ l’iniziativa della parrocchia di Maria Santissima delle Grazie di Palermo Roccella, che opera nei quartieri Roccella, Sperone e Guarnaschelli, nella promozione non solo spirituale, ma anche umana e culturale. In accordo con l’assessorato cittadinanza solidale del Comune di Palermo, diretto dall’assessore Cinzia Mantegna, la parrocchia mette a disposizione i propri spazi per il servizio sociale di territorio della II circoscrizione e per l’unità operativa tutela minori. Un modo per evitare il distacco traumatico dei bambini dal proprio nucleo familiare nei casi più difficili.
In alternativa agli uffici comunali chiusi
“In attesa di riaprire gli uffici pubblici presenti nel territorio di Roccella e Sperone, – afferma il parroco don Ugo Di Marzo – si è convenuto con l’assessore competente e con gli assistenti sociali operanti negli uffici coinvolti, che urge creare spazi di vicinanza e prossimità alle famiglie di questo vasto e complesso territorio. Pertanto, nei locali dell’Oasi San Giuseppe di corso dei mille al civico 1.234 sarà possibile trovare ogni mercoledì e giovedì mattina un assistente sociale della Seconda Circoscrizione”.
No all’allontanamento dei minori
Il sacerdote fa poi riferimento anche all’ultima operazione antidroga che si è sviluppata proprio allo Sperone e con tutte le conseguenze che potrebbe comportare. “Inoltre, per facilitare la relazione tra l’unità operativa Tutela minori e le 57 persone arrestate nell’ambito dell’ultima operazione contro lo spaccio di droga allo Sperone, – aggiunge don Ugo di Marzo – nella speranza di non vedere realizzato l’estremo provvedimento dell’allontanamento dei minori dalle loro famiglie, la parrocchia mette a disposizione gli stessi locali i lunedì e i venerdì mattina per facilitare i necessari incontri, oltre a dare piena disponibilità nel percorso di riabilitazione e cura di queste famiglie attraverso tutte quelle iniziative che possano servire non a punire, bensì ad educare ed a migliorare il contesto di vita dei piccoli e delle loro famiglie”.
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