“Non ho ostacolato la formazione del governo. Al contrario, ho sostenuto un tentativo in base alle regole della Carta Costiotuzionale”.
Sono le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella battuta dall’agenzia Ansa con un barrato (una notizia importante sottolineata da una seria di +++) subito dopo che il Premier incaricato Giuseppe Conte ha rimesso il mandato non riuscendo a formare il governo.
Le parole di Mattarella hanno un significato forte. Dall’area 5 stelle, infatti, seguendo la via indicata da Giorgia Meloni e da Fratelli d’Italia che con l’occasione torna prepotentemente sulla scena, si grida al tradimento e la base chiede che il Parlamento voti l’incriminazione del presidente della Repubblica per tradimento della Costituzione. Che si arrivi a tanto è quantomeno improbabile. Ma le critiche a Mattarella sono dovute ad una diversa interpretazione della Costituzione.
A far fallire il tentativo di formare un governo sarebbe Stato il ‘no’ del presidente alla nomina a ministro dell’economia di Paolo Savona economista ottantenne sardo anti europeista e la contemporanea decisione di 5 stelle e Lega di non scendere a compromessi su quel nome.
Per i 5 stelle (e Fratelli d’Italia) il Presidente della Repubblica non può rifiiutarsi perchè ‘nomina i ministri su proposta del presidente incaricato’ ma per il resto del mondo la chiave di volta sta nella parola nomina e dunque è lui che li nomina e può farlo.
Non è la prima volta che il Presidente della Repubblica pone il veto su un ministro. E’ già successo con Previti nel governo Berlusconi ad esempio. Ma un compromesso si è sempre trovato prima d’ora.
Di fatto stavolta si grida alla violazione della sovranità nazionale perchè c’è un elemento in più. Il no a Savona dipende probabilmente dal diktat dei mercati e dell’unione Europea. Una cosa grave che cambia gli scenari del ‘può o non può’. Insomma Costituazione a parte c’è un problema politico reale e grave
Tramontato Conte, i 5 stelle chiedono il voto. Da Palermo il consigliere Antonio Randazzo parla della “notte più buia e drammatica della Repubblica Italiana: adesso occorre mantenere la calma e abbassare i toni; si chieda però con fermezza il ritorno al voto in tempi rapidi. La risposta che daremo – dice – è democraticamente alle urne”.
Mattarella, invece, ha pronta la carta di riserva e prepara un governo del presidente. A tentare di formarlo ha già chiamato Carlo Cottarelli l’uomo della spending review che sarebbe gradito sia ai 5 stelle che alla Lega e magari anche al Pd. Durante il governo Letta, nel 2013, venne chiamato a lavorare per diminuire la spesa pubblica, per fare i tagli. Ora dovrebbe rimettere ordine nel caos Italia. Oggi salirà al Colle…poi si vedrà