Il Tribunale del Riesame di Torino ha confermato i sequestri personali, per complessivi 16 milioni di euro, nei confronti di Roberto Ginatta e Cosimo Di Cursi, presidente e amministratore delegato della Blutec Spa, società che ha rilevato l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese.
I due sono accusati di malversazione ai danni dello Stato: gli inquirenti ritengono che abbiano sottratto alla società i fondi ottenuti dal Ministero dello sviluppo economico per i progetti di rilancio dell’area industriale siciliana.
Il nuovo sequestro era stato eseguito lo scorso 24 luglio dalla Guardia di finanza di Palermo su decreto del gip Rosanna Croce del Tribunale di Torino. A marzo le Fiamme gialle avevano arrestato Ginatta e Di Cursi e sequestrato i beni, ma il Tribunale del Riesame di Palermo aveva annullato queste misure cautelari. La procura di Torino, sezione reati economici, valuterà se chiedere al Tribunale cittadino il fallimento della Blutec.
Lo scorso maggio a Pescara, dove si trova la sede legale dell’azienda, la locale procura e un’azienda creditrice avevano depositato al tribunale cittadino due istanze di fallimento, ma i giudici abruzzesi avevano stabilito la trasmissione degli atti ai colleghi piemontesi. Qui il primo luglio scorso il giudice Vittoria Nosengo ha ammesso la Blutec al concordato con riserva per permettere il salvataggio della società e ha nominato tre commissari.