Gli agenti della polizia municipale di Palermo hanno sequestrato il locale Solemar all’Addaura nel lungomare Cristoforo Colombo. I quattro soci sono stati denunciati in concorso, per aver aperto il locale al trattenimento danzante senza le prescrizioni dell’autorità a tutela dell’incolumità pubblica.
Ancora perché non richiedevano il certificato prevenzione incendi e per non avere la licenza del questore per il pubblico spettacoli e trattenimenti danzanti. Sotto sequestro anche una pedana realizzata in legno e tubi sulla scogliera e dunque sul demanio senza il certificato di collaudo statico e l’autorizzazione antisismica.
Gli accertamenti della polizia municipale
Come accertato dagli agenti della polizia municipale, coordinati dal comandante Angelo Colucciello, il locale ha una destinazione d’uso come lido balneare. Eppure gli agenti hanno trovato nel locale e nella pedana di 400 metri quadrati circa 600 persone che ballavano pagando un ingresso di 20 euro. Nel biglietto era compresa una consumazione. La serata era animata da due dj con tanto di impianti di amplificazione e due consolle. Secondo la Scia nel locale poteva entrare massimo 190 persone.
Un altro aspetto da verificare anche la questione sui rilievi fonometrici che non sarebbero stati realizzati come prescritto dal regolamento comunale dall’abitazione più vicina al locale. La serata è stata sospesa e oltre alle denunce penali sono state elevate multe.
Il sequestro revocato in via Cavour
Il gip Lorenzo Chiaramonte ha revocato il provvedimento di sequestro per il ristorante “Camillo Terrace and Restaurant” in via Cavour, nello stesso palazzo della Feltrinelli. Il locale era stato chiuso dalla polizia municipale, coordinata dalla procura, lo scorso 25 maggio perché senza autorizzazione è stata trasformata in una discoteca.
Le motivazioni del sequestro e la decisione del giudice
Secondo quanto affermato in sede di sequestro erano stati trovati circa 500 persone che ballavano. Il giudice ha parzialmente accolto la richiesta degli avvocati Giovanni Rizzuti e Gianluca Corsino del titolare del locale che è indagato per apertura abusiva di luogo di pubblico spettacolo, anche per salvaguardare i posti di lavoro e non limitare l’attività di ristorazione che comunque è in regola.
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