La Commissione parlamentare Antimafia, nella seduta odierna, ha deliberato all’unanimità il sequestro degli elenchi degli iscritti, dal 1990 a oggi, alle logge di Calabria e Sicilia delle associazioni massoniche: Grande Oriente d’Italia; Gran Loggia Regolare d’Italia; Serenissima Gran Loggia d’Italia; Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori.
Per acquisire la documentazione necessaria, la Commissione ha delegato lo Scico della Guardia di Finanza di Roma a procedere alle perquisizioni.
Il provvedimento è stato assunto in seguito alla mancata consegna degli elenchi più volte richiesti dalla Commissione.
Il sequestro degli elenchi – da quanto si è appreso – starebbe avvenendo in queste ore. La richiesta dell’Antimafia e’ avvenuta nell’ambito dell’inchiesta sui rapporti tra mafie e Massoneria. La Commissione, guidata dalla presidente Rosy Bindi, ha chiesto più volte alle obbedienze massoniche – chiamate in audizione – la consegna degli elenchi, consegna che però non è mai avvenuta.
Da tempo l’Antimafia ha acceso un faro sui rapporti tra mafie e Massoneria sia in seguito agli sviluppi di alcune inchieste della Dda di Reggio Calabria, sia dopo l’audizione della procuratrice aggiunta di Palermo, Teresa Principato, che ha raccontato della rete di protezione di cui gode il boss latitante Matteo Messina Denaro.
“Abbiamo partorito il topolino: restringere l’ambito di sequestro degli elenchi a due regioni quando il raggio d’azione delle mafie è nazionale, con soggetti operanti stabilmente a Roma, è una limitazione che renderà monca l’indagine”.
A dirlo è il senatore Mario Michele Giarrusso (M5S), commentando la decisione assunta oggi dall’Antimafia di chiedere alla Finanza il sequestro degli elenchi degli iscritti alla Massoneria in Calabria e in Sicilia. “Si è evitato di prendere gli elenchi della Toscana – prosegue ironicamente Giarrusso – non sia mai si trovasse qualche nome molto conosciuto.
E’ questa una scelta incomprensibile alla luce delle evidenze investigative in cui si trova traccia di rapporti tra Massoneria e mafie che ha riguardato da tempo, per esempio, il traffico dei rifiuti in Toscana. La verità è che chiedendo il sequestro di tutti i nomi, si sarebbe aperto un vaso pandora che qualcuno vuole tenere chiuso, non sia mai possa esplodere”.
“Oggi è stata commessa una palese discriminazione nei confronti di una Istituzione libera e secolare come la Massoneria e c’é stata una grave violazione della democrazia e delle leggi dello Stato. Il sequestro degli elenchi dei liberi muratori del Grande Oriente d’Italia appartenenti alle logge di Calabria e Sicilia da parte della Commissione Antimafia presieduta dall’onorevole Rosy Bindi, e’ un atto arbitrario e intimidatorio”.
Lo afferma il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, dopo il sequestro degli elenchi degli iscritti, da parte della Gdf, delle logge siciliane e calabresi, così come richiesto dalla Commissione Antimafia. “Quando il protagonismo politico, mascherato da indagine, prende il sopravvento si finisce per percorrere una strada che porta lontano dalla necessità di capire e che finisce per sconfinare nell’illegalità. Si fa solo del sensazionalismo che non serve ad altro che ad alimentare una ingiustificata ed intollerabile caccia all’uomo e che colpisce migliaia di cittadini perbene iscritti ad una nobile istituzione”.
“Chi ha riportato indietro le lancette della storia, arrivando a prendere provvedimenti che certi regimi in passato hanno attuato, si assuma oggi le proprie responsabilità”, prosegue il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi.
“Sappia che noi massoni andremo sino in fondo a questa triste pagina che qualcuno ha voluto scrivere a tutti i costi e che abbiamo già denunciato l’illeicità dell’azione esercitata dalla Commissione. Il Grande Oriente d’Italia si tutelerà in tutte le sedi italiane ed europee perché non vengano intaccati i principi fondamentali del libero pensiero e non venga oscurata una grande fiamma che alimenta la Libertà nel nostro Paese. Uniti in catena, con grande forza, coraggio e orgoglio gridiamo ad alta voce: “Viva il Grande Oriente d’Italia””, conclude Bisi.