Nel corso delle perquisizioni eseguite dalla Sezione Eppo del Nucleo Investigativo di Palermo, nell’ambito dell’odierna operazione denominata “La Coscienza di Zen-O” i militari, presso le abitazioni degli indagati, hanno trovato e sequestrato diversi dispositivi elettronici.
Sono stati trovati computer portatili, smartphone, tablet, giochi da tavolo per bambini ancora confezionati, una cassa audio, una stampante, uno scanner, nonché un maxi televisore da 65 pollici.
Sono 12 gli indagati nell’inchiesta che oggi ha portato all’arresto della preside della scuola Falcone dello Zen Daniela Lo Verde e del vicepreside Daniela Agosta, accusati di peculato e corruzione. Nel registro degli indagati sono finiti anche docenti e collaboratori della donna. L’indagine, coordinata dai pm della Procura europea Gery Ferrara e Amelia Luise, avranno certamente ulteriori sviluppi dopo i sequestri del materiale relativo ai progetti europei disposti nella scuola.
«Rimango sgomento nell’apprendere la notizia dell’arresto della Preside dell’Istituto comprensivo “Giovanni Falcone”, Daniela Lo Verde, che, durante il mio incarico di assessore regionale all’istruzione, ho conosciuto come dirigente scolastica particolarmente dedita al suo lavoro. Alla luce degli odierni accadimenti, è doveroso che le indagini abbiano il loro corso e confido che esse possano inequivocabilmente chiarire i fatti, per il bene della comunità studentesca e della scuola, da sempre importante punto di riferimento civile e sociale del difficile quartiere Zen 2». Lo dice il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.
“La notizia dell’arresto di Daniela Lo Verde è uno choc terribile per me, che la conosco da anni, e per il mondo della scuola. Ho grande fiducia nella magistratura e sono certo che i contorni della vicenda si chiariranno presto. Questa notizia non può, qualsiasi sia l’esito della vicenda giudiziaria, delegittimare il lavoro faticoso e fertile che fanno quotidianamente docenti e dirigenti scolastici, soprattutto in realtà sociali difficili del nostro territorio”.
Lo dice Giusto Catania, ex assessore comunale della giunta Orlando e dirigente scolastico dell’I.C. Giuliana Saladino, scuola capofila della Rete per la promozione della cultura antimafia nella scuola.
L’indagine che ha portato oggi all’arresto di Daniele Lo Verde, preside dell’istituto scolastico Giovanni Falcone di Palermo, mi addolora profondamente e non solo perché i fatti che stanno emergendo sono un insulto alla memoria di mio fratello Giovanni. Conosco bene quella scuola da prima che la dirigesse Lo Verde e l’ho sempre considerata un presidio fondamentale in un quartiere come lo Zen attanagliato da tante criticità, con una presenza criminale notevolissima e una dispersione scolastica tra le più alte d’Italia”.
Lo ha detto Maria Falcone, sorella del giudice ucciso a Capaci. “Lascia sconcertati scoprire che dietro l’antimafia di facciata di Daniele Lo Verde c’era tanta disonestà. – ha aggiunto – Questo però non mi fa dimenticare la dedizione delle insegnanti, che da anni portano avanti un lavoro prezioso per educare i giovani alla legalità e che sono state sempre presenti con i loro alunni alle manifestazioni per ricordare chi si è sacrificato nella lotta alla mafia”.
“Non mi meraviglia – ha concluso – che il malaffare sia venuto a galla proprio grazie alla denuncia di una di queste insegnanti. Ciò deve essere uno sprone per proseguire nell’impegno a difesa dei valori della nostra Repubblica”.
“Rabbia, tanta rabbia. Ma anche sconcerto e dolore. Questo si prova vedendo le immagini che giungono da Palermo, dove i carabinieri hanno filmato e intercettato la preside dell’Istituto Giovanni Falcone, nel quartiere Zen, che insieme ad altre persone avrebbero sottratto pc, tablet e addirittura cibo della mensa destinato ai bambini.
Al netto di quelle che saranno gli esiti delle indagini, mi chiedo come si possa tradire la propria missione di preside e di insegnante arrivando a utilizzare la propria scuola, un luogo sacro e il nostro bene comune più prezioso, in maniera così criminosa”. Così in un post sui social la senatrice M5S Barbara Floridia, presidente della Commissione di vigilanza Rai.
“Saranno i giudici a stabilire le responsabilità penali – aggiunge – ma quelle immagini restano una ferita difficile da rimarginare. Oggi più che mai esprimo vicinanza alla comunità scolastica della scuola Falcone e di tutto il quartiere Zen di Palermo, e soprattutto rivolgo un pensiero all’insegnante che ha denunciato e grazie alla quale tutto questo è riuscito ad emergere. Ha fatto il suo dovere e soprattutto ha difeso, con la sua azione, le vere vittime di tutta questa vicenda: gli studenti e le studentesse di quella scuola”.
“Una vicenda che crea sconcerto, incredulità e una grande tristezza. Un danno per la comunità scolastica e per il quartiere che vive, come gran parte della città, tra legalità e illegalità, tra voglia di riscatto e dannazione. Occorre aumentare, a maggior ragione adesso, l’attenzione verso i bisogni dei residenti, delle famiglie e dei ragazzi, da parte di tutti, istituzioni e società civile, perché non si aggiunga rassegnazione a rassegnazione”.
Lo dice Vincenzo Monte, responsabile della Camera del Lavoro Cgil Zen, commentando l’arresto della preside della scuola “Giovanni Falcone”. Ieri la Camera del Lavoro di via Gino Zappa ha inaugurato il suo sportello di supporto ai servizi digit@li, con un pc a disposizione gratuita della gente del quartiere e con gli operatori che aiuteranno, chi ne avesse necessità, ad accedere ai servizi essenziali via web, attraverso l’identità digitale. “Un’iniziativa che nasce come segnale di apertura e di dialogo e in risposta a un bisogno del quartiere – aggiunge Monte – per rendere fruibili diritti e tutele. Un singolo caso isolato non può e non deve condizionare e incoraggiare un sentimento negativo, di sfiducia, verso le istituzioni, verso i presidi democratici costituiti dalle scuole e verso le organizzazioni che si spendono quotidianamente nel quartiere”.
“Una vicenda che crea sconcerto, incredulità e una grande tristezza. Un danno per la comunità scolastica e per il quartiere che vive, come gran parte della città, tra legalità e illegalità, tra voglia di riscatto e dannazione. Occorre aumentare, a maggior ragione adesso, l’attenzione verso i bisogni dei residenti, delle famiglie e dei ragazzi, da parte di tutti, istituzioni e società civile, perché non si aggiunga rassegnazione a rassegnazione”.
Lo dice Vincenzo Monte, responsabile della Camera del Lavoro Cgil Zen, commentando l’arresto della preside della scuola “Giovanni Falcone”. Ieri la Camera del Lavoro di via Gino Zappa ha inaugurato il suo sportello di supporto ai servizi digit@li, con un pc a disposizione gratuita della gente del quartiere e con gli operatori che aiuteranno, chi ne avesse necessità, ad accedere ai servizi essenziali via web, attraverso l’identità digitale.
“Un’iniziativa che nasce come segnale di apertura e di dialogo e in risposta a un bisogno del quartiere – aggiunge Monte – per rendere fruibili diritti e tutele. Un singolo caso isolato non può e non deve condizionare e incoraggiare un sentimento negativo, di sfiducia, verso le istituzioni, verso i presidi democratici costituiti dalle scuole e verso le organizzazioni che si spendono quotidianamente nel quartiere”.