I carabinieri del nucleo Investigativo del comando provinciale di Palermo hanno eseguito un provvedimento della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo con il quale sono stati sequestrati beni per un milione di euro a Leandro Greco, ritenuto il capo di Ciaculli e arrestato nell’operazione Cupola 2.0 a dicembre del 2018.
Chi è Leandro Greco
Leandro nipote del “Papa” Michele Greco è stato condannato a dicembre del 2020 a 12 anni di reclusione per partecipazione all’associazione mafiosa “cosa nostra” con ruolo direttivo. L’attività investigativa e le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno consentito di dimostrare come Leandro Greco, si è fatto promotore della riorganizzazione della “commissione provinciale di cosa nostra”, prendendo parte a numerosi incontri con esponenti di vertice di altri mandamenti.
Dall’attività tecnica emergeva come figura designata ad assumere un ruolo di primo piano nel mandamento di “Ciaculli”. Sono state sequestrate due imprese individuali a Palermo, con attività di ristorazione e con attività di ingrosso di prodotti ortofrutticoli; un immobile a Palermo, destinata a laboratorio artigianale e 12 rapporti bancari.
Il sequestro a Siracusa
Un uomo di 57 anni Giovanni Guzzardi è stato arrestato dalla polizia perché in un bunker, ricavato in appezzamento di terreno, nel territorio di Francofonte, nel Siracusano, avrebbe realizzato una piantagione di droga. Gli investigatori, grazie ai cani antidroga, hanno scoperto che dal piatto della doccia del bagno era possibile, grazie ad un montacarichi, raggiungere il locale sotterraneo, trasformato in una serra per la coltivazione di stupefacenti.
La coltivazione sotterranea
Nel corso della perquisizione, sono stati trovati lampade, un impianto di irrigazione, di ventilazione, oltre ad una area destinata all’essicazione ed al confezionamento della droga. Sono stati rintracciate 119 piante per un peso di 52 kg, 6 buste di marijuana pari a 4,4 kg, 4 buste con residuo attivo di marijuana pari a 13,7 kg e 135 semi di erba.
Ai domiciliari
L’uomo, difeso dall’avvocato Junio Celesti, ha ammesso i fatti ed è stato condotto nel carcere di Siracusa, in contrada Cavadonna ma al termine dell’udienza di convalida, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siracusa ha disposto per lui gli arresti domiciliari, in quanto lo stesso indagato, che ha precedenti penali, non si è mai reso responsabile di evasione.
Le indagini
Naturalmente, le indagini degli agenti di polizia non si sono chiuse: gli inquirenti, coordinati dai magistrati della Procura di Siracusa, dovranno accertare se l’uomo avesse un proprio canale per smerciare la droga.
Commenta con Facebook