La Guardia di Finanza di Palermo e i funzionari dell’ufficio delle Dogane, al Porto di Palermo, hanno sequestrato oltre 41.000 capi d’abbigliamento stipati in un semirimorchio proveniente da Tunisi e destinati a due importatori, uno con sede a Palermo e l’altro con sede nel novarese.
L’analisi del contenuto del semirimorchio
Le operazioni di analisi e il preliminare controllo documentale del carico, hanno fatto sorgere sospetti circa l’effettiva qualità e quantità dei prodotti in esame e, pertanto, è stato approfondito il controllo del semirimorchio. L’ispezione – finalizzata dalle Fiamme Gialle e dai funzionari doganali nell’ambito dell’Operazione denominata “Fuori moda” – ha permesso di scoprire la tentata introduzione nel territorio dello Stato, in contrabbando, di oltre 41.000 capi d’abbigliamento, sottoposti, quindi, a sequestro preventivo.
Denunciati titolari della società importatrice
I Finanzieri hanno anche denunciato i rappresentanti legali delle società importatrici, per contrabbando aggravato dalla falsità delle indicazioni apposte dagli stessi sui previsti documenti doganali. I capi d’abbigliamento, sottratti al pagamento dei previsti diritti doganali, pari a circa 30 mila Euro, qualora immessi in commercio avrebbero fruttato complessivamente alle società importatrici circa 400.000 Euro.
Il sequestro dei fertilizzanti
Nelle scorse settimane nove tonnellate di fertilizzanti con etichettatura irregolari sono state sequestrate al porto di Palermo. Ad agire sono stati i funzionari dell’agenzia dogane e monopoli di Palermo, con la collaborazione dei militari del 1° nucleo operativo metropolitano della guardia di finanza di Palermo nel contesto di un’attività di controllo dei flussi merce in import ed export dal porto del capoluogo siciliano.
Assenza di etichettatura
Ad essere stata sequestrata una partita di 9 tonnellate di concime fertilizzante. Gli accertamenti effettuati hanno consentito di constatare l’assenza di etichettatura sui cartoni e sulle confezioni monodose del prodotto fertilizzante in arrivo da un paese extraeuropeo. Gli articoli non risultavano, quindi, conformi a quanto prescritto dal regolamento Ce 2003/2003 relativo ai concimi, il cui articolo 7 dispone che il fabbricante, compreso l’importatore, è tenuto a corredare i concimi Ce delle indicazioni per la loro identificazione.
Il sequestro e le sanzioni
La merce è stata posta sotto sequestro amministrativo, mentre a carico dell’importatore è stata elevata una sanzione amministrativa pecuniaria compresa fra 2.500 e i 6 mila euro, con possibilità di pagamento in misura ridotta di 2 mila euro pari al doppio del minimo della sanzione edittale prevista per la violazione. “L’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli e la Guardia di Finanza, attraverso il loro costante servizio a contrasto dei traffici illeciti – si legge in una nota dell’Adm -, assicurano che le attività all’interno degli spazi doganali si svolgano nel rispetto delle prescrizioni normative di rango nazionale e dell’Unione europea”.
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