“Senza scorta e la mafia lo vuole morto”. Così sintetizzano su change.org i promotori di una apposita petizione la storia di Angelo Niceta, testimone di Giustizia che sta raccontando alla magistratura gli affari e le collusioni della mafia siciliana, chiamando in causa, tra l’altro, la famiglia Guttadauro e Matteo Messina Denaro.
Nella petizione, che in pochi giorni ha raggiunto le quasi 12mila adesioni, e che è indirizzata a ministero dell’Interno, prefetto e sindaco di Palermo, si legge: “Nonostante l’importanza oggettiva delle sue dichiarazioni, riconosciuta dalla Procura di Palermo che ha richiesto per lui speciali misure di protezione, gli viene negato il ruolo di Testimone di Giustizia e perfino la scorta.
Chiediamo alle Istituzioni competenti di attivarsi immediatamente per Angelo Niceta.
E come prime misure concrete da attuare: a) Il riconoscimento anche formale del suo status di Testimone di Giustizia; b) L’attivazione della scorta e delle altre misure di protezione a tutela sua e della sua famiglia; c) L’intervento del Comune di Palermo a mettere in atto le misure in suo potere per fare fronte all’attuale gravissima situazione di isolamento sociale ed indigenza economica che si è creata a causa della sua “scomoda” testimonianza.
Il coraggio dimostrato da Angelo Niceta e la necessità di contrastare senza cedimenti le mafie e le collusioni da cui esse traggono linfa vitale richiedono una risposta immediata ed inequivocabile da parte dello Stato”.