Si è tenuta ieri, in V commissione all’Ars, l’audizione sul tanto contestato Avviso 22 della formazione professionale del quale vi abbiamo già parlato.
Sono circa 6mila i tirocinanti siciliani ancora in attesa di essere pagati dalla Regione siciliana.
“Adesso aspettiamo i fatti, siamo stanchi delle parole”. Lo dice Oreste Lauria, portavoce dei tirocinanti dell’Avviso 22, che si è rivelato essere un ‘pasticcio’.
La storia dei tirocinanti dell’Avviso 22 – relativo ai tirocini extracurriculari – è alquanto complessa ed ha suscitato un vespaio di polemiche.
I tirocinanti avevano iniziato il loro percorso con grande entusiasmo, sperando che lo stesso li portasse all’assunzione presso le aziende nelle quali hanno prestato il loro servizio, ma adesso si ritrovano con un pugno di mosche in mano. L’avviso 22 è finanziato dal Fondo sociale europeo e prevede un corso formativo per chi ha redditi bassi. Tre le fasce di riferimento: under 35, fino a 65 anni e disabili. In campo circa 25 milioni di euro per percorsi formativi dai quattro ai sei mesi. Fino a dodici mesi per soggetti disabili e svantaggiati.
I tirocinanti hanno già concluso questa esperienza ma di soldi ne hanno visti ben pochi.
Lo sottolineano in una nota i deputati di Attiva Sicilia Sergio Tancredi e Angela Foti.
“Sul mancato pagamento dei tirocinanti dell’Avviso 22 in Sicilia la situazione è paradossale, soprattutto considerando che non si è tenuto conto delle esperienze passate e si continuano a commettere sempre gli stessi errori”.
In commissione era presente il dirigente generale del dipartimento regionale del Lavoro, Giovanni Bologna, che ha spiegato il motivo dei ritardi, dovuti a un sistema particolarmente farraginoso che prevede lunghissime procedure da ripetere ogni due mesi per effettuare i bonifici. La Regione sta provando a modificare il sistema per gli accrediti ma la soluzione non dovrebbe arrivare prima di metà ottobre.
Per Foti e Tancredi “si sta creando un danno enorme nei confronti dei beneficiari dei tirocini, rafforzando l’immagine di inefficienza della Regione”.
Ad intervenire sulla questione anche i deputati regionali del M5S: “Quella dei 6 mila tirocinanti dell’ex avviso 22 è l’ennesima frittata del governo regionale. Non solo questi giovani non hanno ricevuto alcun pagamento, ma oggi la stessa Regione si trova nelle condizioni di dover emettere ben 6 mila CUD perché il bando è stato scritto letteralmente con i piedi”.
“Oltre al danno anche la beffa – proseguono i deputati. – Non solo infatti questi tirocinanti sono stati illusi dalla prospettiva occupazionale di poter essere formati ad un destino professionale al termine dell’esperienza per cui sarebbero stati pagati per ogni bimestre, ma sono stati beffati per diverse ragioni, anzitutto perché per svolgere l’attività presso gli Enti accreditati dalla Regione hanno dovuto sostenere le spese per gli spostamenti, non hanno potuto beneficiare dei numerosi bonus emessi dal Governo per far fronte alla pandemia da Coronavirus e inoltre non hanno mai ricevuto una lira”. Sono molti i tirocinanti che hanno dovuto rinunciare al percorso formativo per non rimetterci di tasca propria.
Sottolineano ancora i deputati del M5S: “Il dirigente Bologna ci ha detto chiaramente che ciascuna di queste seimila pratiche, deve passare attraverso ben 7 passaggi burocratici. Altro paradosso? E’ la Regione a dover emettere i 6 mila CUD relativi ai pagamenti dei tirocinanti, anziché gli Enti che li hanno presi in servizio. Morale, avremo 6 mila dipendenti in più. Sarebbe inoltre interessante capire se i CUD verranno emessi solo dopo i pagamenti e non prima dato che da questa macchina burocratica della Regione c’è da aspettarsi di tutto. Ai nostri seimila tirocinanti giunga non solo la nostra solidarietà, ma anche l’impegno da parte nostra di spronare in tutti i modi possibile questo governo a trovare una soluzione rapida”.