L’omicidio di Mirko Sciacchitano fu una vendetta di mafia. Lo ha stabilito la corte d’assise di Palermo che a distanza di 4 anni dal delitto ha condannato al carcere a vita Antonino Profeta (figlio del boss Salvatore ormai deceduto), Natale Gambino, Domenico Ilardi, Lorenzo Scarantino, Francesco Pedalino e il figlio Gabriele.
Pedalino padre e figlio sarebbero, secondo la sentenza, i mandanti del delitto. Condannato a 22 anni anche Giuseppe Greco, considerato reggente del mandamento di Santa Maria di Gesù.
Sciacchitano, che aveva 29 anni, fu ucciso nell’ottobre 2015 in via della Conciliazione a Falsomiele in una esecuzione in chiaro stile mafioso. Venne freddato con dieci colpi d’arma da fuoco davanti a un’agenzia di scommesse.
Il delitto sarebbe maturato in ambiente mafioso e l’intera vicenda è da collegare ad un precedente delitto ovvero il tentato omicidio di Luigi Cona, titolare di una polleria di Falsomiele ferito in un agguato qualche ora prima.
Gli odierni condannati sarebbero subito risaliti a Sciacchitano identificandolo come responsabile di quel delitto commesso nei confronti di un loro affiliato e sarebbescattato immediatamente il raid. Una vera e propria vendetta che preludeva ad una possibile guerra di fazioni. Il tentato omicidio Cona ,secondo la ricostruzione in sentenza, era stato portato a termine da Francesco Urso, accompagnato proprio da Sciacchitano, ma la reazione identificò e colpì solo Sciacchitano.
Sempre secondo la ricostruzione che prelude alla sentenza di condanna di mandanti ed esecutori fu solo un caso. Il gruppo, infatti, aveva identificato anche Urso quale responsabile del ferimento di Cona ma lui, nel frattempo, era riuscito a far perdere le proprie tracce. era riuscito a far perdere le proprie tracce.
E’ ipotizzabile che indagini, arresti e processo abbiano impedito che si ingenerasse l’effetto faida con una escalation di delitti per vendetta anche se sembra, sempre secondo al ricostruzione, che una delle due fazioni avrebbe prevalso facilmente sull’altra. Nulla toglie, però, che si sarebbe potuto assistere, prima della fine di questa vicenda, almeno ad un altro delitto