“Ritrovare il dialogo e le ragioni comuni per affrontare al meglio la doppia sfida del PD, a Roma come a Palermo. La mia posizione è nota. Ho scelto da tempo, e per tempo, di riconoscermi nella posizione ispirata da Graziano Delrio e Debora Serracchiani insieme ad altri a sostegno di Maurizio Martina. Dopo due intensi giorni romani, con loro ho avuto modo di confrontarmi e approfondire i temi di questa stagione congressuale nazionale che si è aperta ufficialmente con l’accettazione delle candidature”.
A parlare è Gandolfo Librizzi notoriamente vicino a Davide Faraone il segretario appena eletto per assenza di contendenti fra le polemiche e che oggi tiene una conferenza stampa. Lo fa riportando posizioni renziane nazionali.
“Temi che attengono alla consapevolezza della gravità del momento storico che vive l’Italia – dice – e che proprio il Capogruppo PD alla Camera ha dichiarato con il suo richiamo in una recente intervista su Repubblica. Di lavorare cioè insieme per “ aggregare una generazione che raccolga le energie giovani di diverse culture democratiche”.
Perché “è importante affinare lo spirito e il patrimonio ideale dei democratici, conservando a ogni costo l’unità. Perché le diversità siano alla fine un arricchimento e non una divisione. Perché il nostro nemico, alla fine, è la destra… Se questo richiamo al dialogo e all’unità vale sul piano nazionale, tanto più è ancora più valido e urgente a livello regionale. Infatti, dopo l’esito delle primarie del PD con il ritiro di uno dei due candidati e la proclamazione dell’altro, unico e solo rimasto in campo, si apre un inedito scenario politico che impone un diverso approccio rispetto alla circostanza, non verificatasi, di un esito naturale risultante dalle urne. Senza problemi, posso qui dire quanto a caldo ho avuto modo di dire in privato al neo proclamato segretario.
Oggi più che mai, per forza oggettiva delle cose, sta in capo proprio al neo segretario regionale del PD quel carico in più d’iniziativa politica finalizzata a recuperare le fila di un discorso interrotto, creando e favorendo quelle condizioni minime affinché ognuno possa ritrovare le ragioni di una comune agibilità politica all’interno dello stesso partito e affinché con più forza e credibilità si possono affrontare le sfide che il tempo attuale pone all’agenda di un partito come il PD.
Certo, sarà difficile ma occorre che si proceda in questa direzione prima di ogni altra cosa, perché è questo che si richiede da più parti come le cronache evidenziano con i continui reportage come fossero inviati da un fronte di guerra. So che per prima è lui stesso consapevole del compito che lo aspetta e dei segnali di apertura che è chiamato a lanciare. È perciò nell’auspicio di tutti ritrovare al più presto il senso e le ragioni comuni per corrispondere ai tanti che guardano ancora con fiducia al PD. Ulteriore, laceranti divisioni, non servono se non a marginalizzare ulteriormente il PD rendendolo ininfluente. Abbassare i toni e ritrovare un terreno comune di confronto, per quanto difficile, è compito necessario che attiene a tutti, non solo ai protagonisti candidati.
Non arrendersi mai alla divisione è un doppio obbligo morale e politico insieme. Non è velleitarismo ma senso di responsabilità e visiona alta per corrispondere a ciò che si attende la base, i tanti militanti ed elettori”.
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