Oggi alle 18:30 si inaugura all’oratorio di san Mercurio di Palermo l’opera dell’artista svizzera Sylvie Fleury. Giunge al quarto appuntamento la seconda edizione di Sacrosanctum, rassegna a cura di Adalberto Abbate e Maria Luisa Montaperto per l’associazione Amici dei Musei Siciliani, il cui fine è la tutela e la valorizzazione di importanti monumenti cittadini.
In rapporto diretto con le contraddizioni della società dei consumi, la ricerca di Sylvie Fleury ammicca da una parte ai ready-made di Duchamp, dall’altra agli oggetti seriali di Warhol, rievocati e filtrati attraverso un immaginario glamour tipico delle fashion magazine.
Il make up, le griffe, la fascinazione ipnoide esercitata dai beni di lusso, si configurano come il nuovo credo della contemporaneità, un dogma incontrovertibile nato da un processo di mercificazione che dall’oggetto è giunto all’individuo, in constante ricerca dell’autorealizzazione del Sé.
Ad essere messa in scena è la mitizzazione del quotidiano, un processo che permette al singolo – comune e ordinario – di aspirare ad aspetto e capacità straordinarie. È il potere icastico del marchio, del logotipo, dello stereotipo, in altri termini della semplificazione, linfa vitale della Pop Art e deduzione di disarmante attualità.