- La Regione contro le chiusure delle scuole da parte dei sindaci senza il parere dell’Asp
- Gli assessori regionali Razza e Lagalla hanno inviato una circolare a tutti i sindaci
- Alto il rischio della dispersione scolastica
Gli assessori regionali alla Salute ed all’Istruzione, Ruggero Razza e Roberto Lagalla, hanno deciso di porre un freno ai sindaci “sceriffi”, protagonisti in queste settimane di ordinanze di chiusura delle scuole in modo autonomo. Gli esponenti della giunta del presidente Musumeci sollecitano i capi delle amministrazioni locali ad attenersi ai pareri delle Asp.
Ordinanze dei sindaci inefficaci
E lo hanno messo nero su bianco su un provvedimento, inviato a tutti i sindaci siciliani, in cui sono evidenziati alcuni aspetti. “Si evidenzia -si legge nel documento firmato da Ruggero Razza e Roberto Lagalla – che il mancato riferimento al preventivo e vincolante parere dell’Asp priva le ordinanze di un’effettiva causalità sanitaria, penalizzando l’efficacia del provvedimento in termini motivazionali”.
Lo stop ai sindaci
Secondo quanto indicato dagli assessori, l’ordinanza di chiusura non può solo basarsi sul “mero contagio della positività riscontrata nella popolazione generale” così come ” non risultano ammissibili provvedimenti generalizzati di chiusura in presenza di singoli o limitati riscontri di positività in individuati siti scolastici”.
Asp vincolante
Nel provvedimento ai sindaci, Razza e Lagalla, avvertono. “Si reitera la richiesta che ogni eventuale ed ulteriore provvedimento di sospensione delle attività didattiche in presenza sia assistito dall’esplicito richiamo, citato in ordinanza, al vincolante parere reso, con riferimento allo specifico atto sindacale, dell’Asp competente. Quest’ultima dovrà motivare il proprio indirizzo sulla base di individuati e descritti parametri tecnico-scientifici”.
Pericolo dispersione scolastica
Gli assessori regionali, nella loro circolare, avvertono i sindaci sulle conseguenze che potrebbero avere quelle ordinanze non supportate dal parere delle Asp. “Si confida – scrivono Razza e Lagalla – nella scrupolosa osservanza delle disposizioni vigenti, atteso che ogni ulteriore disposizione, relativa alla sospensione delle attività didattiche, oltre a generare possibili contenziosi, comporta – concludono Razza e Lagalla – evidenti refluenze negative sulla fruizione del diritto allo studio e sulla conseguente emersione della dispersione scolastica”
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