Anche quest’anno l’assessorato regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale istituisce i premi intitolati al piccolo Nicholas Green, ucciso nel ‘94 mentre era in viaggio verso la Sicilia e i cui organi, donati per volere della famiglia, diedero nuova speranza ad adolescenti e adulti. I riconoscimenti saranno assegnati a studenti che avranno svolto temi su argomenti riguardanti la solidarietà e la donazione degli organi.
I premi per ciascuna provincia
Per ciascuna provincia, saranno assegnati nove premi: tre da 350 euro per gli studenti della scuola primaria, altrettanti da 600 euro per alunni degli istituti secondari di primo grado e altri tre da 700 euro per ragazze e ragazzi della scuola secondaria di secondo grado. I dirigenti scolastici potranno aderire all’iniziativa rispondendo, attraverso la presentazione degli elaborati degli studenti, ai bandi emessi dagli Uffici scolastici regionali dei vari ambiti territoriali.
Il commento dell’assessore Lagalla
«Sarà una valida opportunità – spiega l’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla – per sensibilizzare la popolazione studentesca sui temi della solidarietà e sul trapianto degli organi, ricordando l’atto d’amore dei genitori del piccolo Nicholas. Gli istituti scolastici potranno, inoltre, godere del supporto delle associazioni di volontariato del territorio operanti nel settore dei trapianti che, su indicazione dei dirigenti, possono collaborare attraverso l’organizzazione e la realizzazione di conferenze rivolte a docenti e studenti».
I temi nelle scuole
Dopo la presentazione, gli elaborati degli studenti saranno valutati da una Commissione provinciale nominata dagli Uffici scolastici e i premi verranno consegnati la prima domenica di ottobre, in concomitanza con la “Giornata annuale dei donatori di organi” promossa dalla Regione Siciliana. La circolare con tutti i dettagli relativi al premio è disponibile sul portale della Regione Siciliana a questo indirizzo.
Il caso del piccolo Nicolas
Il caso del piccolo Nicholas colpito per sbaglio durante una sparatoria nell’ottobre del 1994 mentre viaggiava in auto sulla Salerno – Reggio Calabria fece scalpore. Ricoverato al Policlinico di Messina, il bambino morì qualche giorno dopo e i genitori autorizzarono il prelievo per la donazione degli organi, dando così una nuova speranza a 7 italiani. Fu una scelta che fece scalpore e contribuì ad accrescere sensibilmente la cultura della donazione nel nostro Paese.
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