Parquet deteriorato, aule off limits e servizi igienici lasciati a metà. Questa, la situazione attuale del plesso Madre Teresa di Calcutta di via Maqueda, locale che fa capo all’istituto comprensivo Perez-Calcutta. Circa 600 metri quadri lasciati al degrado e che da 15 anni attendono lavori di ristrutturazione iniziati e poi interrotti per mancanza di fondi. “Ogni anno lascio fuori un centinaio di bambini -dichiara Rosaria Inguanta, dirigente scolastica – “ho quattro classi dell’infanzia e ne potrei accogliere almeno il doppio se avessi questi locali a disposizione”.
La scuola più multietnica della Sicilia, che annualmente accoglie bambini cinesi, bengalesi, palermitani, ghanesi e nigeriani, potrebbe estendere la sua disponibilità se solo venissero compiuti i lavori di restauro e messa in sicurezza del plesso di via Maqueda. “Non mi arrendo, continuerò a lanciare appelli perchè il Comune prenda in carico davvero questa situazione”.
L’attuale condizione del plesso di via Maqueda
I seicento metri quadri di scuola sono attualmente inagibili. Servizi igienici per i piccoli lasciati a metà, impianti saccheggiati nel tempo dai ladri, vecchie sedie accatastate, tavole di legno e rifiuti di ogni tipo potrebbero essere sostituiti dalla realizzazione di nuove aule per i bambini dell’infanzia e dalla costruzione di laboratori. Questa è la richiesta della dirigente scolastica Rosaria Inguanta che da circa due anni guida la scuola Madre Teresa di Calcutta. “Dal primo giorno del mio insediamento ho iniziato a scrivere e a chiedere risposte” – dichiara Inguanta -.
Dopo riunioni e l’esecuzione di più sopralluoghi, la situazione del plesso di via Maqueda rimane in mano ai saccheggi dei vandali. “Potrei sistemare in aule più comode i miei bambini che stanno in spazi angusti – dice la preside – “potrei creare spazi per la psicomotricità, invece tutto questo è negato. Perché?”.
Il raid vandalico al plesso di via Perez
“Circa un mese fa hanno fatto incursione ladri e vandali portando via pc e tablet e danneggiando armadi e altro materiale didattico” – dichiara Rosaria Inguanta – “dopo l’ultimo raid ho aspettato a lungo un intervento del Comune per sistemare la porta da cui erano entrati – continua la preside – ad un certo punto, il giorno stesso, se n’è occupato come meglio ha potuto un collaboratore scolastico”. “L’indomani ho insistito di nuovo per avere un intervento più risolutivo e si è presentato un operaio delle ditte dell’accordo quadro per le scuole e, in aggiunta a quello che aveva fatto il bidello, ha chiuso la porta con un fil di ferro. Tutto qui” – conclude la preside -“.
Ma non è finita qui. La preside chiede anche l’installazione del sistema di videosorveglianza e il ripristino di un enorme spazio verde che potrebbe essere “un polmone per tutti gli alunni della Calcutta che ancora aspettano il riscaldamento e anche un ascensore per raggiungere i vari piani quando c’è la necessita”. Poi conclude -“un bambino con un infortunio non può salire le scale e in mancanza di ascensore rischia di non potere seguire le lezioni!”.
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