Anni trascorsi in un continuo rimpallo di responsabilità che hanno determinato una situazione difficile e complessa. Lunedì si è però aperto un nuovo capitolo, speriamo più roseo del passato, per l’Istituto Danilo Dolci di Palermo, che è liceo delle Scienze umane e linguistico.
Questa settimana sono infatti cominciati, dopo anni di attesa, i lavori di messa in sicurezza della sede centrale del liceo che si trova in via Fichidindia – nel cuore di Brancaccio, il quartiere di Padre Puglisi, dove essere giovani è molto più difficile che in altre parti – e che conta 1.400 iscritti comprese le succursali di via Elia, viale dei Picciotti e Villabate.
Un risultato reso possibile grazie anche alla tenacia del preside del liceo, Domenico Di Fatta, che non si è arreso e ha chiesto a gran voce l’aiuto delle istituzioni, invitando a scuola anche il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, “il cui aiuto è stato determinate. Mi è bastato fargli vedere – dice – quali fossero le condizioni della scuola per fargli capire che i lavori dovevano partire al più presto”.
Di Fatta, alla guida del Danilo Dolci da tre anni, in città è conosciuto come un tipo combattivo: è stato per sei anni preside allo Zen, zona di Palermo ad elevata criminalità, dove la scuola non sempre riesce ad aiutare ed orientare.
Tornando al Danilo Dolci, il preside non esita a raccontare che il plesso”stava cadendo a pezzi”. La storia della scuola, o meglio, i problemi, iniziano diversi anni fa.
Il liceo Danilo Dolci dal 2000 si trova in alcuni locali confiscati alla mafia, gestiti da una società, a cui la Provincia di Palermo corrisponde un canone di locazione.
La manutenzione ordinaria della scuola “non è mai stata fatta – spiega Di Fatta – perché la Provincia sosteneva che doveva farla la società affidataria del bene e viceversa, sino a che si è arrivati ad una situazione insostenibile”.
Nel novembre del 2013 era intervenuto persino il Tar, condannando con apposita sentenza la Provincia all’esecuzione dei lavori, resi impossibile a causa del Patto di Stabilità – per cui è stata necessaria una deroga che sbloccasse l’intero iter – e del caos seguito alla riforma della Provincie, mandate in soffitta ed oggi commissariate.
I lavori, che ammontano a 250mila euro di fondi della Provincia, vincolati, dovrebbero concludersi a metà giugno. Gli interventi riguardano soprattutto gli esterni dell’edificio, e nella fattispecie il posizionamento di una guaina isolante sul tetto ed il consolidamento dei pilastri portanti della struttura. Poi si passerà ai lavori interni che riguarderanno alcune aule “ma non ci saranno disagi – anticipa il preside – perché verranno fatti in una classe alla volta e provvederò ad ospitare gli alunni in aula magna”.
Per il Liceo Danilo Dolci c’è ancora tanto da fare. “La prossima puntata – conclude Di Fatta, animato da grande ottimismo – sarà l’installazione dell’impianto di riscaldamento che a scuola non c’è. Troveremo il modo ed i fondi per riuscirci”.
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