Non si può negare che i ladri abbiano fatto un lavoro pulito. Dopo quanto accaduto ad inizio anno con il trafugamento di alcuni condizionatori, un nuovo furto si è verificato alla scuola Giovanni Falcone di Palermo. Alcuni malviventi sono entrati nella sede di via Nicolò Pensabene, rubando diversi oggetti. Fra questi, un grosso carico di detersivi che era stato scaricato al fine di rifornire i servizi igienici del plesso una volta che gli alunni sono tornati dalle vacanze natalizie. Il dirigente scolastico ha sporto denuncia per quanto successo. Le autorità stanno cercando di risalire ai responsabili.
Nuovo furto alla scuola Falcone
A riferire dell’accaduto alcuni residenti della zona. I ladri sono andati praticamente a colpo sicuro. Si sono intrufolati all’interno dell’istituto e, servendosi di un camion, avrebbero trafugato saponi, detersivi per pavimenti, carta igienica e prodotti per la pulizia dei presidi scolastici. Ad accorgersi dell’accaduto il personale scolastico. Un furto che segue a quello di inizio anno, quando i ladri avevano portato via i condizionatori dalla scuola. Macchinari appena installati per far fronte al freddo degli ultimi giorni e per garantire un ambiente sano in cui studiare agli alunni dell’istituto.
Come si puo” andare avanti così, che futuro per i nostri figli? – si chiede il presidente della VII Circoscrizione Giuseppe Fiore -. Serve più sicurezza per le scuole e per i quartieri del nostro territorio. Una battaglia che portiamo avanti come istituzione decentrata ormai da tempo e che necessita di una maggiore videosorveglianza e di più agenti presenti per le strade nel controllo del territorio. Abbiamo già predisposto un atto deliberativo che vedrà impegnata l’aula consiliare. Documento nel quale chiediamo l’istituzione della figura del poliziotto di quartiere per strade più sicure. I fatti antecedenti e i raid, in ultimo quello accaduto nel plesso Giovanno Falcone, ci allontanano da quei valori e principi di legalità che cerchiamo di divulgare. Oltre al fatto che simili episodi danneggiano seriamente l’immagine di un territorio già di per sé compromesso”.
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