la fp cgil lancia l'allarme

Scuola, 120mila bambini siciliani senza asilo nido: diminuiscono quelli comunali e aumentano i costi delle strutture private

Sono quasi 120 mila i bambini e le bambine che, in Sicilia, non trovano posto negli asili nido. Né pubblici, né privati. A lanciare l’allarme è la Funzione Pubblica della Cgil, mettendo il dato a nudo alla vigilia della ripresa delle scuole.

Nel dettaglio l’elaborazione, facendo leva sulla base Istat 2016-2017, distingue tre fasce di età: da 0 a 1 la popolazione dell’infanzia si attesta sui 42.976, da 1 a 2 sui 44.427 e da 2 a 3 ammonta a 44.051. Ne consegue che complessivamente, da zero a tre anni, gli aventi diritto a frequentare una struttura di educazione nell’Isola risultano 131.454.

Ma, ecco il dramma, a fronte di questi numeri, l’accesso è assicurato soltanto a 12.036 piccolini. “Le ragioni di questa grave ed imperdonabile carenza – afferma il Segretario Generale della Fp Cgil Sicilia, Gaetano Agliozzo – risiedono nella scarsa offerta pubblica, con gli asili nido gestiti dai Comuni che diminuiscono per mancanza di fondi, nei costi troppo alti dell’offerta privata e convenzionata e, fenomeno più recente, nella rinuncia da parte delle madri che, non avendo un lavoro, scelgono di accudire a casa il loro figlio. Tutto questo certifica – aggiunge Agliozzo – in primo luogo il fallimento della politica delle esternalizzazioni e privatizzazioni, visto che affidarsi al mercato non ha portato ad un allargamento del diritto. Semmai ad un aggravio dei costi per il bilancio domestico. In secondo luogo è evidente che le famiglie vanno sostenute in modo concreto. E’ necessario poi invertire la rotta legata agli investimenti sul personale che opera nel settore, attraverso nuove assunzioni, percorsi di riqualificazione e rinnovo del contratto nazionale. Rilanciamo con forza la campagna della categoria, dietro le parole #ChiedoAsilo, perché l’asilo nido sia un diritto e non più un servizio a domanda individuale. Chi ha responsabilità di governo è chiamato a fare scelte strategiche – conclude Agliozzo – per garantire i diritti fondamentali e per dare una prospettiva e una visione sociale nuova ai territori e alle comunità”.

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