Gli agenti di polizia lo hanno fermato per un normale controllo nel quartiere Brancaccio a Palermo. È emerso dalla banca dati che su di lui è stato emesso un mandato di cattura europeo da parte della giustizia maltese per un procedimento penale ancora pendente avviato nel 2020 per una frase scritta su Facebook.
Lo sfogo su Facebook durante il lockdown
Durante il lockdown il 35enne a Malta per l’emergenza sanitaria l’operaio, avrebbe perso il lavoro ed è stato costretto a rientrare a Palermo. Nel post ha manifestato tutta la sua rabbia contro le istituzioni maltesi e l’ambasciata italiana. Non avrebbe avuto alcuna assistenza e ha scritto che sarebbe stato pronto a piazzare una bomba in qualche palazzo istituzionale. Parole che non sono sembrate un semplice sfogo, ma sono finite sotto gli occhi delle forze dell’ordine maltesi che hanno deciso di perquisire l’appartamento del 35enne per verificare se effettivamente l’uomo poteva rappresentare una minaccia.
La perquisizione e il sequestro
Nella sua abitazione a Malta però i poliziotti maltesi hanno trovato solo due piante di marijuana che, come previsto allora dalla giurisprudenza maltese, sono state sequestrate. Da qui le contestazioni per le quali, in totale, rischia fino a 4 anni. L’arresto è stato convalidato ed è stato disposto per l’operaio l’obbligo di dimora a Palermo.
Spaccio di droga allo Sperone, sequestrati beni per 500 mila euro a indagato
I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Palermo hanno eseguito un decreto di sequestro della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo con il quale sono stati sequestrati beni per 500 mila euro riconducibili a Stefano Bologna, 62enne, arrestato nell’ottobre del 2021 nell’ambito dell’operazione denominata “Nemesi”, perché accusato di spaccio hashish e marijuana, e condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione.
L’indagine, condotta dai carabinieri tra febbraio e luglio del 2018, coordinata dalla Dda ha fatto luce su un’organizzazione criminale che avrebbe gestito un traffico di sostanze stupefacenti nel quartiere Sperone di Palermo. Ad organizzare lo spaccio interi nuclei familiari, pronti ad avvalersi anche di minorenni per la vendita della droga. La droga veniva nascosta nei vicoli del quartiere, nelle abitazioni dei promotori e nelle camerette dei figli minori.
Secondo le indagini coordinate dalla procura i beni di Bologna fossero in realtà il frutto delle sue attività illecite. Sono stati sequestrati un bar a Bagheria, con relativo complesso dei beni aziendali e 4 rapporti bancari.
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