“Dalle Madonie il grido unanime: no alle scorie radioattive sul nostro territorio“. Lo hanno affermato sindaci, associazioni ambientaliste, organismi sovracomunali oltre che i vertici delle Regione Siciliana con l’Assessore al Territorio e ambiente, Toto Cordaro ed il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè.

Occasione è stato il consiglio straordinario dell’Ente Parco delle Madonie convocato in forma allargata dal presidente Angelo Merlino.
Non a caso ha voluto mettere all’ordine del giorno due punti: discussione e determinazioni sul deposito scorie nucleari e candidatura del Parco delle Madonie al progetto Unesco “L’uomo e la Biosfera (Mab)”, sottolineando che il territorio protetto è già sito
Geopark Unesco. E basterebbe già questo per escludere assolutamente la potenziale candidatura del Borgo Vicaretto di Castellana Sicula a sito idoneo per ospitare il deposito unico delle scorie radioattive.

“Ma non solo – sottolinea il presidente Merlino – l’area è sottoposta a  vincolo idrogeologico, è a rischio sismico e accoglie il Lago
Sfondato, riserva protetta gestita da Legambiente”. Tanti i motivi che rendono l’area individuata per il deposito scorie: “ma dobbiamo
adottare – prosegue Merlino – una strategia comune per arrivare preparati alla consultazione indetta dalla Sogin. Per questo metterò a
disposizioni i tecnici e tutte le forze possibili del nostro Ente: prepareremo un dettagliato rapporto da allegare al documento che la
Regione sta predisponendo. Individueremo tutti i motivi che rendono il nostro territorio incompatibile col deposito scorie. E che sarà
inviato al Governo nazionale”.

Il sito dista poi a pochi chilometri da importanti centri abitati e aziende agricole importanti. “Un territorio – afferma il sindaco di
Petralia Sottana Leonardo Neglia – ricco di emergenze archeologiche ma anche con coltivazioni di pregio esportate in tutto il mondo. Ma già i riconoscimenti Unesco escludono il deposito e non scordiamo l’insularità: il trasporto via mare delle scorie è assolutamente da
escludere”.

Forte il grido di protesta anche dal sindaco di Castellana Sicula, Francesco Calderaro che contesta i tempi e i modi con cui la notizia è stata diffusa, in piana crisi pandemica e chiede perchè pur essendo note le cause di incompatibilità? Il sindaco Calderaro ha manifestato
la rabbia poi di tanti cittadini e degli agricoltori che oggi con le loro culture bio esportano nel mondo. Con soddisfazione fa notare che
il territorio si trova sempre però compatto nelle grandi scelte. E ribadisce: “No al nucleare sulle Madonie e in Sicilia: abbiamo già
pagato con poli chimici e discariche … ”.

Per il presidente dell’Unione dei Comuni, Pietro Macaluso non ci sono nemmeno i presupposti minimi per la realizzazione del deposito. “Una
palese contraddizione in un momento che si sta puntando alla valorizzazione di turismo e agricoltura. Il deposito invoglierebbe
tanti ad andare via, proprio il contrario di quello che ci proponiamo oggi: fermare lo svuotamento delle Madonie”.

Metterà a disposizione i sui tecnici e specialisti anche la So.svi.ma., guidata da Alessandro Ficile. Anche per lui i siti siciliani non hanno i requisiti minimi di idoneità per ospitare il deposito. Un fermo no quindi anche dalla Società per lo sviluppo delle
Madonie.

Per il presidente del Gal, Santo Inguaggiato non si può invertire lo sviluppo Bio della zona. Se è vero che un deposito nazionale è
necessario e urgente, bisogna trovare una soluzione condivisa in una zona d’Italia idonea. E certamente non può essere la Sicilia. Anche
il Gal coi suoi tecnici redigerà una relazione che illustrerà i motivi di incompatibilità, non ultimo le presenze di aziende che si innestano
con un turismo legato al consumo di prodotti a Km Zero.

Dal sindaco di Marianopoli Salvatore Noto la richiesta di un forte messaggio di rasserenamento ai cittadini e dal sindaco di Campofelice
di Roccella Michela Taravella una riflessione profonda su quanto ha vissuto il suo territorio comunale con promesse di poli industriali e
fabbriche che hanno solo devastato la costa e una zona ad alta vocazione turistica, proprio come le Madonie.

Rasserenare i cittadini la parola d’ordine che emerge a conclusione dei lavori, affidate agli interventi dell’Assessore Cordaro e del
Presidente Miccichè. L’assessore ripercorre nel dettaglio l’intero iter della vicenda e traccia un quadro della situazione attuale che riassume in una sola parola: “strampalata se riferita alla Sicilia”. Per i motivi che ben si conoscevano legati anche alla geologia delle Regione e al clima con forti escursioni termiche.

E rassicura facendo anche notare la presenza del ricco patrimonio Unesco dell’Isola, tesori unici al Mondo, che rendono incompatibile il
deposito delle scorie nucleari. Tra i criteri di esclusione per la scelta del sito per il deposito nazionale c’è, infatti, la presenza di
siti patrimoni dell’umanità. L’assessore Cordaro conferma l’assoluta contrarietà della Giunta guidata dal presidente Nello Musumeci al nucleare in Sicilia.

Poi un dato: il 70% delle scorie si producono a Nord dell’Emilia Romagna: perchè dovrebbero attraversare l’Italia intera e il mare?
L’Assessore annunci alla costituzione di un gruppo di studio, da lui presieduto, con tecnici della Regione, delle Università siciliane e i
sindaci. Coordinati dal commissario speciale per il supporto tecnico al territorio Aurelio Angelini.

In streaming l’intervento del deputato.Giuseppe Lupo che conferma l’unanimità dei gruppi politici all’Ars per dire No al nucleare in
Sicilia.

Ha concluso il presidente Miccichè che ha subito definito la scelta delle Madonie per il deposito nazionale “fuori dal mondo, degna da
scherzi a parte, da rispedire al mittente”.  Tanto da non suscitare nemmeno preoccupazione. E conclude: meglio concentrarsi sulle cose che
si possono fare nel parco e nel territorio. E rassicura i presenti e i cittadini: tutto il Parlamento siciliano è con voi”.
siciliano è con voi.

“Nessuno dei quattro siti siciliani può essere considerato idoneo al programma di stoccaggio delle scorie nucleari. Si tratta di una proposta fuori dal mondo da restituire al mittente” ha aggiunto il presidente dell’Ars.

“Mi sembra assurdo che in un’area naturale protetta come il Parco delle Madonie si possa immaginare di creare un deposito di scorie nucleari. Probabilmente, approfittando della generale attenzione rivolta alla pandemia, il governo tenta di far passare in sordina una follia. Qualcuno – ha aggiunto – ci dovrebbe spiegare perché su 67 siti, solo 8 sono stati individuati al Nord e tutti gli altri al Sud”.
“Riflettiamo, invece, sui progetti e le iniziative per valorizzare ancora di più questo sito che frequento da sempre e a cui sono affezionato. Invito il Parco e il Gal a fare proposte per trovare soluzioni di vero sviluppo – ha sottolineato -. Sono posti talmente belli che mi viene da impazzire al solo pensiero che qui potrebbero arrivare scorie nucleari”.

“Il solo aspetto positivo è l’unanimità e la trasversalità del fronte del no – ha concluso Miccichè -. In merito all’argomento, proporrò ai capigruppo di tutti i partiti una seduta d’Aula per decidere come reagire”.

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