Palermo

Scoppia il mercato nero dell’acqua, autobotti pirata, liquido inquinato e prezzi alle stelle all’ombra della mafia

Compare l’ombra della vecchia ma mai scomparsa mafia dei pozzi dietro la diffusione del mercato nero dell’acqua in una Sicilia sempre più assetata. Anche 30 o 35 euro il costo di mille litri portati con un’autobotte a fronte di un costo che non supera mai i 2 euro e 50 per la stessa quantità all’acquedotto. Un metro cubo può arrivare a costare anche 15 volte il suo prezzo di mercato.

E’ l’effetto della Siccità in Sicilia che si fa sempre più severa. E all’ombra dell’esigenza di dissetarsi  compare l’ombra della mafia nella gestione della poca acqua disponibile. La mafia dei pozzi non è una novità per l’isola e con l’aumentare della richiesta ecco scoppiare il mercato nero dell’acqua. E una delle conseguenze immediate di una siccità che l’isola non ricorda da quasi due decenni.

L’allarme acqua inquinata

L’allarme è già sui tavoli di tutte le prefetture ed è stata intensificato da singoli episodi che denunciano una condizione più complessiva,. A sciacca una autobotte irregolare è stata fermata per un controllo ma alla verifica l’aqua che portava chissà dove e chissà a chi ma soprattutto presa chissà da quale falda, è risultata inquinata.

Leggi anche

Imprenditore palermitano nel mirino della Finanza, sequestro da 28 milioni per frode fiscale

Lo ha raccontato alla Camera dei deputati l’Onorevole 5 stelle Ida Carmina che denuncia una situazione insostenibile soprattutto nell’Agrigentino dove ci sono piccoli centri raggiunti dall’acqua solo una volta ogni cinque giorni.

Il prezzo medio dell’acqua

30 euro il prezzo medio di una autobotte da mille litri quando il prezzo degli stessi mille litri all’acquedotto nel peggiore dei casi e compresa la depurazione e il costo dello smaltimento fognario non supera mai i 2 euro e 50 centesimi.

Leggi anche

Mafia e appalti, 7 arresti a Sciacca, coinvolto anche ex dirigente della Protezione Civile

Le autobotti regolari del tutto insufficienti

In base all’ordinanza di Protezione civile emessa il 19 maggio corso le autobotti devono essere autorizzate e prelevare ai punti presa degli acquedotti. Ma i mezzi disponibili nell’isola sono solo 86 con un picco di 22 a Messina seguito dalle Province di Catania e Palermo ma con province in grande crisi come Ragusa ed Enna che possono contare solo sue due mezzi autorizzati e Caltanissetta su un solo mezzo.

Nello specifico questa la situazione di disponibilità delle autobotti regolari: 26 nella provincia di Palermo (dopo la stipula di una nuova convenzione nelle ultime ore), 22 nella provincia di Messina, 11 nella provincia di Catania, 9 nel Trapanese, 8 nell’Agrigentino, 5 nella provincia di Siracusa, soltanto 2 ciascuna per le province di Ragusa ed Enna e appena una nel Nisseno per un totale di 86 autobotti in tutta la Regione.

La Regione è intervenuta appena 48 ore fa stanziando un milione e mezzo per l’acquisto di nuove autobotti. Soldi che andranno ai comuni in base a esigenze e richieste ma ci vorrà tempo perchè si trasformino in interventi concreti e operativi.  Intanto i privati abusivi fanno affari d’oro e spesso a discapito anche della salute degli acquirenti

Garantire che l’acqua sia potabile

Dunque il primo problema è anche quello di garantire la salubrità dell’acqua ma in secondo luogo occorre evitare speculazioni. Per i comuni delle fasce costiere dell’agrigentino e del gelese si provvederà con una nasce della Marina Militare individuata dal capo della Protezione civile siciliana, Salvo Cocina, d’intesa con la Protezione civile nazionale su sollecitazione del presidente della Regione, Renato Schifani. La nave si trova ormeggiata ad Augusta, può trasportare fino a 1.200 metri cubi di acqua ed è pronta a salpare in base alle indicazioni sull’emergenza che arriveranno dalla Regione. Il porto di Licata è stato ritenuto ad oggi il più idoneo per l’approdo e da lì partirà la distribuzione.

L’acqua di fogna depurata per la campagne

E per le campagne arriva l’altro intervento di emergenza: le acque reflue provenienti da Castelvetrano, nel Trapanese, e depurate dall’impianto di via Errante vecchia potranno essere riutilizzate per scopi irrigui nelle campagne delle province di Agrigento e Trapani, dispone un decreto del dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti. Nel documento vengono anche fissate le prescrizioni di carattere sanitario e i controlli periodici sulla qualità dell’acqua depurata da riutilizzare per l’irrigazione.

Leggi l'articolo completo