Continua il braccio di ferro a distanza fra il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, e l’amministratore di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo. Oggi, a Roma, davanti alla Commissione parlamentare Antimafia, il titolare dell’ufficio di presidenza di Sala d’Ercole è stato trinciante.
“L’Assemblea regionale siciliana – ha detto – viene rappresentata come un coaugulo di criminali che non vuole ricapitalizzare Riscossione Sicilia chissà per quali motivi. Io a tutto questo non ci sto. C’è un condizionamento dell’Assemblea, si è avviata una campagna mediatica che non mira a risolvere i problemi di Riscossione Sicilia: non lo dico io ma i sindacati”.
Ardizzone è severo con Fiumefreddo che è stato audito dall’Antimafia alcuni settimane fa: “Posso concepire che venga in Commissione con atti segretati – ha detto – ma non si fa il giro di tutte le trasmissioni televisive, questa è una antimafia di facciata, è voler trarre un beneficio di tipo politico: se sono amministratore non ho bisogno di sbandierare ai quattro venti quello che ho fatto. Si vuole fare carriera politica mentre bisognava fare un disegno strategico che non è stato fatto dal governo regionale”.
Ardizzone ha anche aggiunto che Riscossione Sicilia non ha presentato alcun Piano industriale, che era atteso: “C’è un forte attacco mediatico messo in atto da questo amministratore: sulla ricapitalizzazione, non voteremo con serenità”.
La risposta di Fiumefreddo non tarda ad arrivare. L’amministratore di Riscossione Sicilia, che a breve incontrerà il governatore Rosario Crocetta per parlare del suo possibile disimpegno dal vertice della partecipata, contrattacca: “Dal presidente Ardizzone che ha chiesto d’essere audito in Commissione nazionale Antimafia è venuto un imbarazzato e balbettante silenzio sulle mie denunce. Non una parola sugli appalti irregolari fiscalmente, non un cenno sulle tasse chieste alle multinazionali del petrolio e mai incassate prima, non una sillaba sull’aggressione dei patrimoni criminali aggrediti per la prima volta in Sicilia, silenzio anche sui deputati indagati per fatti gravissimi ed inadempienti col fisco. Unica preoccupazione di Ardizzone la difesa, invero impossibile, del Palazzo del potere e l’ossessione di farmi fuori da Riscossione Sicilia”.
Le parole di Fiumefreddo sono al centro dell’intervento in antimafia di Ardizzone: “Mi ha fatto piacere essere audito oggi dall’Antimafia – ha ribattuto il presidente dell’Ars – perché c’è stato un forte condizionamento mediatico da parte di trasmissioni populistiche, che oltre a fare disinformazione hanno inteso condizionare l’attività dell’Assemblea siciliana“.
“Se non si ricapitalizza Riscossione Sicilia è come se si volessero assecondare secondi fini non proprio nobili”, ha fatto notare Ardizzone riportando frasi pronunciate da Fiumefreddo nel corso di alcune trasmissioni televisive che ha anche reso noto che in questi giorni l’amministratore unico di Riscossione ha pubblicato un video di una seduta convulsa della commissione bilancio dell’Ars con, nel sottofondo, le note del film Il Padrino: “Non è tollerabile,siamo al folklore”, ha detto.
L’Ars, nel biennio 2015-2016, ha stanziato per ricapitalizzare Riscossione Sicilia rispettivamente 40 milioni di euro e oltre 13 milioni di euro. Le previsioni per il triennio 2017-2019 parlano di altri 32 milioni, 62 milioni e 27 milioni di euro per un totale, tra il 2015 e il 2019 di quasi 175 milioni.
Ardizzone ha detto poi che in Sicilia c’è stato un decremento nella riscossione almeno nel 2015 (i dati del 2016 non sono disponibili) e che Riscossione Sicilia è stata ricapitalizzata più volte.
“In tutta Italia – ha detto ancora il presidente dell’Ars- si sta andando verso un nuovo assetto normativo, Equitalia non esisterà più, si avverte da più parti quindi la necessità di intervenire su questa vicenda: superare Riscossione Sicilia non significa stringere patti con i criminali”.