La relazione orale del procuratore generale della Corte dei Conti venerdì a Palermo non ha soltanto gettato nel panico le strutture finanziarie della Regione siciliana che rischia, in caso di mancato pareggio di bilancio, il default. Zingale ha aperto il dibattito anche su due strutture sanitarie considerate ‘anomale’ nella gestione finanziaria.
Da un lato, in una frase sibillina e non approfondita, ha sostenuto che non si comprende il motivo per cui i pagamenti riservati all’Ismett debbano essere più onerosi della Regione a parità di intervento rispetto a quelli destinati a tutti le altre strutture ospedaliere. ma il vero tema che ha posto è quello della Fonazione Giglio di Cefalù che ha definito ‘una centro di costo fuori controllo’
Al netto della richiesta del Presidente della Fondazione Albano che vuole essere ascoltato dalla Corte dei Conti per spiegare che sia la Regione che l’Asp hanno il pieno controllo sui conti della Fondazione di cui sono soci, si torna a parlare della pubblicizzazione della stessa Fondazione Giglio.
Conclusa l’esperienza sperimentale con il san Raffaele iniziate nel 2003 per l’uscita proprio del san Raffaele dal Giglio, la struttura è divenuta una Fondazione di diritto privato con al suo interno soci come la Regione, l’Asp e le aziende ospedaliere del palermitano. Opera in base ad un budget definito con fondi pubblici ma è una Fondazione di diritto privato.
All’Ars è pendente un disegno di legge per trasformarla in Fondazione di diritto pubblico. una norma già passata dalla Commissione sanità e approvata che è dovuta passare, poi, dalla commissione bilancio per la copertura e che adesso, dice l’assessore Gucciardi, è pronta per andare alla discussione dell’aula e diventare legge in pochi giorni.
“La norma che trasforma il Giglio da Fondazione di diritto privato a Fondazione di diritto pubblico è già stata approvata dalla competenze commissione e la prossima settimana può andare in aula – dice Gucciardi a BlogSicilia – spetta alla Presidenza dell’Ars metterla in calendario e sono certo che si procederà nei tempi più stretti”.
Con l’approvazione della norma cambierà lo status giuridico e dunque la Regione potrà esercitare tutti i controlli sulla struttura sanitaria e sarà risolta la criticità evidenziata nella relazione del procuratore Zingale sulla quale c’era già stato un confronto fra assessorato e Corte dei Conti.
Ma dal Giglio di Cefaòlù sono preoccupati. La trasformazione in Fondazione di diritto pubblica farebbe decadere i contratti di tutti i 750 lavoratori dai medici al personale paramedico fino agli inservienti. Si tratta di persone che operano al giglio da anni e che sono tutti assunti con contratti di diritto privato del settore sanitario proprio per la natura della Fondazione. un contratto, quello privato, meno oneroso per la Fondazione. il passaggio al pubblico aumenterebbe anche i costi
Un allarme che conferma lo stesso presidente Albano “Il personale della Fondazione medico, infermieristico e amministrativo è assunto con contratto di diritto privato. La trasformazione in contratto di diritto pubblico implementerebbe la spesa, per la Regione, di 9 milioni di euro. Tutti gli acquisti, inoltre, avvengono secondo il criterio del pubblico. Non voglio – sottolinea Albano – entrare nella qualità delle prestazioni erogate che è di altissimo livello come dimostra il numero di utenti che ripongono quotidianamente la loro fiducia sul Giglio di Cefalù. Struttura che eroga prestazioni di alta complessità tanto è vero, come si evince dai dati regionali, risulta un peso medio superiore, per disciplina, alla media regionale”.
Albano paventa una sorta di manovra contro il Giglio che sarebbe in atto da un paio d’anni “Perorare, invece, la tesi, come qualcuno sta facendo in queste ore, di trasformare la Fondazione da diritto privato a fondazione diritto pubblico potrebbe portare sulla strada ben 750 famiglie. Oltre a tutto l’indotto che ruota intorno alla Fondazione di Cefalù. E’ questa per noi una grande preoccupazione. Se per dare continuità al progetto originario occorre un nuovo ingresso di un socio privato ben venga – sottolinea il presidente – ma vanificare 15 anni di investimenti e di buona sanità sarebbe una sconfitta per la Sicilia”.
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