Sono oltre 25 milioni le persone che in tutto il mondo sono affette da scompenso cardiaco. In Italia lo scompenso cardiaco, una patologia che colpisce ben 1 milione di persone nel nostro Paese e ben 70mila siciliani, è la seconda causa di morte.
La gestione dello scompenso cardiaco, l’epidemiologia attuale, le sfide che ci aspettano e le prospettive future saranno al centro di “Management of Heart failure: current challenges and future perspectives”, un congresso internazionale che prenderà il via domani 7 giugno.
Per tre giorni a Palermo – presso la Sala Congressi del Circolo Unificato a Piazza Sant’Oliva – arriveranno i migliori esperti del settore per parlare di aspetti epidemiologici e clinici, tecniche di imaging, biomarker, elettrofisiologia, procedure interventistiche e cardiochirurgiche, trapianto cardiaco e sistemi di assistenza meccanica ventricolare, nonché di tematiche innovative come la telemedicina, la genetica e i modelli bioingegneristici nel campo dell’insufficienza cardiaca.
Il progetto scientifico è stato curato dall’IRCCS ISMETT e dalla Fondazione Ri.MED. ISMETT come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) fa parte della rete cardiologica degli IRCCS Italiani. I ricercatori della Fondazione Ri.MED formatisi a Pittsburgh oggi lavorano a stretto contatto con i clinici di ISMETT in avanzati progetti di ricerca traslazionale a beneficio dei pazienti e per la realizzazione brevetti industriali. Il programma del congresso prevede l’intervento di alcuni giovani ricercatori siciliani che presenteranno alla platea internazionale i risultati dei loro studi.
Il simposio è organizzato con il supporto della “Fondazione Internazionale Menarini” , che è stata costituita per promuovere la ricerca e la conoscenza nel campo della biologia, della farmacologia e della medicina, ma anche dell’economia e delle scienze umane.
“Lo scompenso cardiaco – spiega Francesco Clemenza, Responsabile dell’Unità di Cardiologia di ISMETT e presidente del Congresso – è sicuramente una patologia in crescita dal punto di vista dell’impatto epidemiologico e del carico economico determinato dai costi associati alla cura, in particolare dalle frequenti ospedalizzazioni. Il congresso che avrà inizio domani ha l’obiettivo di affrontare tutti gli aspetti di quella che si può definire una moderna epidemia. Ciò che vogliamo è favorire un approccio multidisciplinare e di interconnessione fra tutte le professioni mediche e di ricerca coinvolte nel trattamento dello scompenso”.
“Un aspetto rilevante – aggiunge Michele Pilato, Direttore del Dipartimento Cardiotoracico di ISMETT e co-presidente del Congresso – è il contributo che la cardiochirurgia può dare al trattamento dei casi più avanzati di insufficienza cardiaca e di alcune cardiomiopatie; di questo vogliamo discutere con una audience qualificata, costituita dai cardiologi con i quali interagiamo nel nostro lavoro quotidiano e con quelli provenienti da altre Regioni e altri Paesi”
A Palermo si attendono circa 150 professionisti del settore provenienti da tutto il mondo. Fra gli altri Robert Kormos e Denis McNamara dell’Università di Pittsburgh, Hartzell Schaff della Mayo Clinic, Vinay Badhwar della West Virginia University, Gregory Ewald e John Gorcsan dell’Università di St Louis, Yoshinao Yazaki dell’Università di Tokio; inoltre i più importanti esperti italiani nel campo dell’insufficienza cardiaca.
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