La morte del giudice Alfonso Giordano provoca la reazioni del mondo politico siciliano. Dai vertici del governo siciliano al sindaco di Palermo, tutti esternano parole di cordoglio e affetto per quello che fu il presidente del maxiprocesso di Palermo che portò alla sbarra quasi 500 esponenti considerati vicini a Cosa nostra accusati di omicidi, traffico di stupefacenti, estorsioni, associazione mafiosa e altro.
«Accettò con coraggio e spirito di abnegazione un incarico che altri avevano declinato – afferma il presidente della Regione Nello Musumeci -. Alfonso Giordano sarà ricordato per sempre come il presidente del primo maxiprocesso alla mafia, spartiacque nella lotta dello Stato a Cosa Nostra. La Sicilia perde un magistrato di altissimo valore». A fargli eco il suo assessore ai Beni culturali, Alberto Samonà: “Oggi se n’è andato il giudice Alfonso Giordano, un grande siciliano, un magistrato integerrimo, un uomo libero. Fu lui a presiedere il maxiprocesso alla mafia, che prese avvio nel febbraio del 1986 e terminò con una pioggia di condanne nei confronti dei principali capimafia e sicari di Cosa nostra. Con quella sentenza, scrisse una pagina di storia indelebile che mai potrà essere dimenticata. Ho conosciuto il presidente Giordano e per lui ho sempre nutrito una stima assoluta e incondizionata per il suo impegno scrupoloso da servitore dello Stato, sempre estraneo a smanie di protagonismo e fedele ai valori più puri della Giustizia. Da siciliani non finiremo mai di ringraziarlo, per avere inferto il primo grande colpo mortale alla mafia e ai suoi codici criminali. A Stefano e ai suoi cari i miei più profondi sentimenti di cordoglio”.
“Le mie condoglianze e quelle dell’Assemblea regionale siciliana, giungano ai familiari del giudice Alfonso Giordano, morto all’età di 92 anni – scrive in una nota il presidente dell’assemblea regionale, Gianfranco Miccichè -. Giordano è stato il presidente della Corte d’Assise che processò in modo esemplare Cosa nostra palermitana nel primo maxiprocesso”.
Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, partecipa al dolore dei familiari e della magistratura italiana: “Il suo è stato uno straordinario impegno di magistrato e di presidente del maxi processo contro la criminalità mafiosa, iniziato il 10 febbraio 1986. Il nome del presidente Giordano resta indimenticabile e scritto nella storia di liberazione del nostro paese e della nostra città dalla criminale ipoteca della mafia e dal suo sistema di potere affaristico e politico”.