Le agenzie di scommesse dell’organizzazione che avrebbero accettato scommesse illegali erano distribuite a Palermo e provincia. Ce n’erano in pieno centro nel capoluogo siciliano come in corso Finocchiaro Aprile, in piazza Noce, in via Aquileia, in piazza Cupani, in via Principe di Scordia, in via Palmerino, in via Serpotta e in via Contessa Adelesia, ma anche nei comuni della provincia come Isola delle Femmine, Carini, Ficarazzi.
Scoperta rete parallela
Una rete di gioco parallela creata e alimentata dal vertice dell’organizzazione che secondo le indagini della squadra mobile di Palermo sono Rosario Calascibetta, Giacomo Dolce e Salvatore Cinà.
I tre, secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dalla Dda, si sarebbero avvalsi per garantire la diffusione del sistema di gioco on line parallelo e la garanzia dei pagamenti, della forza di intimidazione di due palermitani Antonino Fanara, ritenuto il boss di Passo di Rigano e Guglielmo Ficarra anche lui ritenuto un esponente della famiglia della Noce.
I cinque finiti in carcere sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere semplice, di illecite scommesse on line ed intestazione fittizia di beni con l’aggravante per aver commesso il fatto avvalendosi della forza di intimidazione di cosa nostra.
Giro d’affari considerevole
Il giro d’affari era considerevole come ha ribadito il questore di Palermo Leopoldo Laricchia di “14 milioni di euro al mese, con un guadagno netto del 15%”. La rete delle scommesse on line poteva contare su un vertice che è il gestore del sito di scommesse, coadiuvato da un numero variabile di responsabili di macro aree territoriali, cosiddetti “Masters”, incaricati della diffusione del sito stesso sul territorio.
Come funzionava
Subito dopo nella scala gerarchica ci sono gli agenti incaricati della supervisione di un determinato numero di Agenzie ed infine, i preposti ai singoli negozi di gioco.
L’associazione può contare su una rete di agenzie tra cui punti vendita di ricariche, corner (Bar, Tabacchi, edicole, internet point). È stato accertato che il pagamento delle scommesse non avverrebbe attraverso una transazione on line diretta tra giocatori e bookmaker estero, ma “in contanti” con pagamento di denaro nelle mani del gestore delle agenzie dislocate sul territorio.
L’associazione avrebbe utilizzato dei siti web, detti skin, che appartenevano a Bookmakers con server aventi sede a Malta, fornitori di servizi di giochi e scommesse contenenti una vasta tipologia di giocate su calcio, formula 1, ciclismo, tennis, ippica, poker, casinò. In questa inchiesta sono finiti ai domiciliari Angelo Repoli e Sergio Moltisanti, due imprenditori titolari di due piattaforme specializzate nel settore delle scommesse con sede a Malta.
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