Minacciano lo sciopero i lavoratori dell’Amat, l’azienda che a Palermo gestisce il trasporto pubblico urbano. Chiedono il rinnovo del contratto aziendale, che vorrebbe anche dire aumenti in busta paga. I sindacati attendono riscontri dal Comune ma nell’aria c’è l’ipotesi che si possa arrivare alla linea dura, anche perché le parti appaiono ancora distanti.
Le rivendicazioni
“I lavoratori dell’Amat, pur attendendo pazientemente da troppi anni il rinnovo del contratto aziendale fermo da oltre un decennio, oggi non possono più rinunciarvi. Per poter affrontare il caro vita, dato che le attuali retribuzioni sono fortemente condizionate dall’inflazione e dalla perdita del potere d’acquisto. Il confronto si sposta adesso nella sede del Comune cosi come tutte le aspettative che potrebbero scongiurare la prima azione di sciopero”. A scriverlo in una nota sono i sindacati di Amat con Franco Mineo Filt Cgil. Salvatore Girgenti Fit Cisl, Francesco Trupia Uiltrasporti, Franco Danesvalle Faisa-Cisal, Corrado Di Maria Ugl Trasporti, Carlo Cataldi Cobas-Trasporti e Giuseppe Taormina Orsa-Trasporti.
Sino ad oggi fumate nere
La vertenza per il rinnovo del contratto aziendale non ha fin ora trovato alcuna apertura da parte dell’azienda. “Il primo tentativo di conciliazione dei giorni scorsi – aggiungono i sindacati – non ha portato al tavolo di confronto soluzioni e risposte concrete. E’ chiaro che l’azione di sciopero graverebbe sulla mobilità dei cittadini e di tutta l’utenza servita, che affronta già i disagi legati a servizi predisposti al minimo rispetto ad altre città di identiche dimensioni. I lavoratori attenderanno che le loro rappresentanze vengano convocate in sede a Palazzo delle Aquile per poter capire se, dall’incontro, si dovrà aprire la stagione della lotta e dell’astensione dal lavoro con grandi disagi per i servizi. Chiediamo anzitempo scusa ai cittadini ed a ogni utente che ne dovrà sopportare i disagi”.
Pronti ad incrociare le braccia
“I lavoratori – concludono i sindacati – sono pronti ad incrociare le braccia seguendo le procedure di legge, chiedendo alla collettività servita, la massima comprensione per gli eventuali disservizi. Rammentando a tutti i soggetti coinvolti, azienda e Comune, di agire nel rispetto dei propri diritti non più prorogabili dopo anni di troppe attese”.
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