Palermo è scesa in piazza oggi per la protesta nazionale contro la manovra del Governo Meloni voluta da Cgil e Uil. Le sigle di quella che una volta era la triplice sindacale hanno deciso di protestare ma senza la Cisl della protesta i tagli alla spesa sociale, al welfare, alla sanità, alla scuola, all’istruzione, all’università e ai trasporti.
“Oggi abbiamo registrano in Sicilia un’ampia adesione allo sciopero generale e una grande partecipazione alla manifestazione di piazza a Palermo. Questo è un segnale preciso per il Governo: c’è una Sicilia che dice basta e che rivendica politiche di sviluppo, per il lavoro, per la dignità sul lavoro, per i servizi” dicono i segretari generali di Cgil e Uil Sicilia Alfio Mannino e Luisella Lionti al termine della manifestazione che ha visto sfilare per il centro Palermo oltre 15 mila persone provenienti da tutta Sicilia.
“Questa è una manovra di bilancio- ribadiscono Mannino e Lionti- che non dà nulla a lavoratori e pensionati e non prevede misure per lo sviluppo e l’occupazione della Sicilia. I siciliani già vivono una situazione più difficile che nel resto del paese, per quanto riguarda il lavoro ma anche servizi essenziali come la sanità”.
Bandiere blu e rosse stamane hanno affollato il corteo palermitano che da piazza Croci si è mosso in protesta per lo sciopero generale indetto da CGIL e Uil approdato ai comizi di Piazza Verdi.
“La Sicilia muore di sete e ha fame di lavoro, di lavoro retribuito, sicuro, non precario, però il vicepremier di questo Governo, Matteo Salvini, sa solo parlare di Ponte sullo Stretto. È una vita che alla Sicilia e al Sud si continua a promettere il Ponte-che-non-c’è e, intanto, viene negato l’essenziale. Persino il diritto di avere diritti concreti, effettivi, a misura di persona. Di ogni persona che vive in questo Paese! La spallata definitiva a questo diritto vorrebbero darlo con l’Autonomia differenziata, che ora è franata grazie alla Corte Costituzionale ma ha iniziato a franare sotto le picconate di un milione e 300 mila firme di cittadine e cittadini a sostegno del nostro referendum abrogativo” secondo il segretario organizzativo nazionale della Uil, Emanuele Ronzoni, e la segretaria generale della Uil Sicilia, Luisella Lionti, o
Sulle ragioni dell’iniziativa “la richiesta di confronto vero con un Governo che preferisce girarsi da un’altra parte per non sentire e non vedere il Paese reale: quello che oggi è in piazza, in tutta Italia”. “Mettere al centro il lavoro, rinnovare i contratti che 5 milioni di lavoratori continuano ancora ad aspettare da tanto, troppo tempo, redistribuire la ricchezza per restituire un po’ di equità a questo Paese – hanno aggiunto i due esponenti del Sindacato delle Persone – Queste non sono pretese ideologiche, né regole da missione impossibile. Sono invece proposte serie per risposte serie ai bisogni di chi non ce la fa più. E sono proposte serie la detassazione degli aumenti contrattuali; il recupero del potere d’acquisto di salari e pensioni; il rifiuto di condoni e concordati che sono segnali di resa, se non di compiacente benevolenza verso evasori e furbetti; la difesa della Sanità pubblica che impone investimenti per medici e personali; il rilancio del Mezzogiorno con un piano credibile di risorse”.
Emanuele Ronzoni e Luisella Lionti hanno concluso: “Pretendiamo risposte, non misure-spot, alle bare che in questi mesi abbiamo esposto nelle piazze d’Italia per ricordare la strage senza fine nei luoghi di lavoro. Zeromortisullavoro. Non è uno slogan. È la nostra battaglia della vita, in nome della quale chiediamo investimenti sulla sicurezza e sulla formazione, una rete capillare e reale di controlli, una legge che consenta di definire quelle morti per ciò che sono: omicidi sul lavoro! Ma come si fa a restare con le mani in mano, a piangere lacrime di coccodrillo e dire qualche frase di circostanza, mentre ogni giorno una lavoratrice, un lavoratore, si alza e va in fabbrica, nei campi, in cantiere temendo di non poter fare mai più ritorno a casa?!”
I due sindacati hanno anche diffusi alcuni dati sull’adesione allo sciopero: A Siracusa, 95%% alla Versalis, 95% all’Isab e 95% alla Sasol. Anello ferroviario Palermo 100% Fincantieri Palermo 75%. A Siracusa Marisicilia ed Eurospin 100% Zara 99% . A Catania 50% all’azienda Libretti. Congela palermo 100% . Centro Seia Ragusa 30% – Pomagri 4.0 Trapani 75% .Campanio agricola SR 52% . Cooemi Siracusa 90% – Lamail 60%(Messina). M.G.C gela 305, Firma impianti ( Rg) 100%, Nicosia Scarl50%, Liceo scinetifico staale Fermi (Rg, Est Europa terminalisti (Ct)95%, Global service (Ct)45%, Just eat (Cy)50%, Caronte e tourist isole minori (Me) 70%.
“Una grande partecipazione afferma il segretario generale Uil-Fpl Totò Sampino – segno di come i lavoratori credano ancora nell’importanza di rivendicare diritti sacrosanti. Tra i punti del contendere, vi è certamente il mancato adeguamento contrattuale della sanità pubblica e degli enti locali. Davanti ad un inflazione che si attesta al 17% – spiega – è impensabile che il governo proponga un ritocco ai contratti vigenti di appena il 6%. C’è una perdita di potere d’acquisto che interessa in caduta libera centinaia di migliaia di famiglie italiane che non possono certamente accettare questa forma di elemosina”.
“Per non tralasciare poi che innanzi alla vulnerabilità socio-economica dei nostri pensionati, il governo li abbia resi “beneficiari” per così dire, di un aumento di appena 3 euro. Queste sono le indicizzazioni proposte da Roma e che riteniamo offendano la dignità dei lavoratori e di chi ha contribuito alla costruzione del Paese”.
“Come organizzazione sindacale, riteniamo non negoziabile il principio di un adeguamento contrattuale che sia equo e giusto. Non arretreremo – conclude Sampino – in quella che riteniamo essere una battaglia di civiltà e di giustizia sociale”.