Sciopero dei lavoratori del 118 domani indetto dai sindacati Cobas, Fials-Confsal, Fsi-Usae, Confintesa sanità e Mud 118 Sicilia. Si terrà una manifestazione a Palermo in piazza Parlamento davanti all’Ars per rivendicare diritti negati e indennità mai riconosciute per tutto il personale della società che si occupa del servizio di emergenza urgenza.
“La manifestazione si terrà regolarmente – dice a BlogSicilia il segretario della Fsi-Usae, Renzo Spada – e gli operatori che hanno aderito sono 1600, oltre il 60 per cento della forza lavoro. Sono state diffuse notizie sulla sospensione della protesta: nulla di vero, il prefetto ha precettato solo alcuni dipendenti per garantire i servizi minimi essenziali”.
La Seus ha comunicato i contingenti minimi e la Prefettura ha precettato alcuni lavoratori per garantire il servizio ma lo sciopero e la manifestazione sotto la sede dell’Ars si terranno comunque con delegazioni che giungeranno da tutte le province. I sindacati chiedono l’istituzione di un tavolo per la creazione di un soggetto pubblico regionale che riordini tutto il servizio e con la garanzia dei livelli occupazionali dei dipendenti, inquadrati sotto un profilo pubblico. Le sigle rivendicano il riconoscimento di “indennità di rischio biologico rinviando la questione in sede di contrattazione di secondo livello oggi in atto.
Per tutto ciò occorre che la Regione riconosca un apposito addendum al contratto di servizio per corrispondere al personale gli istituti contrattuali come scatti di anzianità, buoni pasto e le progressioni di livello per tutto il personale, anche per gli autisti-soccorritori in servizio sulle ambulanze che pare siano esclusi dalla piattaforma proposta da Seus”.
Dunque tra le altre rivendicazioni pure i fondi per la contrattazione decentrata in atto e un percorso di formazione normato che dia ai dipendenti Seus una qualifica professionale riconosciuta, utile per spianare la strada al riconoscimento della figura professionale.
A supporto della vertenza sono intervenute le sigle nazionali di categoria Faes, Ates e Fites. In una nota hanno scritto che ad oggi “non si ha coscienza, che molti soccorritori stanno svolgendo un servizio pubblico del quale sono responsabili come gli altri professionisti, senza che ad essi siano garantite quelle tutele derivanti da un profilo professionale riconosciuto dalla legge”.
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