“Leoluca Orlando è con le spalle al muro: dopo aver attaccato in ogni modo la mia attività e le mie denunce, ora non può più far finta di nulla. Le gravissime criticità riscontrate dagli ispettori del ministero dell’Economia in merito alla gestione amministrativa del Comune di Palermo, danno ragione a quanto da me denunciato in tempi non sospetti, in merito sia ai contratti con le partecipate, sia a quelli con i dirigenti interni”.
È l’attacco diretto del deputato palermitano Riccardo Nuti, dopo la relazione di 250 pagine costituente il dossier ministeriale da cui emergerebbero gravi responsabilità nella gestione comunale.
“L’invio di ispettori – precisa Nuti – parte dalle tante denunce che ho presentato insieme alle colleghe Di Vita, Mannino, Di Benedetto e Lupo a più riprese. Tramite interrogazioni parlamentari e ben due esposti, uno alla Procura della Repubblica e uno all’Anac, ho ad esempio rilevato in tempi non sospetti le proroghe irregolari tagliate su misura per i 14 dirigenti nominati da Orlando. Esattamente quanto ora contestano gli ispettori ministeriali nel loro dossier”.
“Ma al centro del report – continua Nuti – ci sarebbero anche alcuni contratti irregolari stipulati con alcune partecipate. Ricordo, a riguardo, su tutte l’interrogazione “bomba” presentata a luglio 2016, dopo la quale c’è stata anche un’ispezione della Ragioneria generale dello Stato, in cui denunciavo contratti dell’ente con alcune partecipate contrari a quanto previsto dalla legge e, soprattutto, come alcune di queste società fossero diventate ricettacolo di personaggi coinvolti in fenomeni criminogeni”.
L’assurdità – conclude Nuti – è che dopo quegli atti sono stato attaccato dalla lobby di potere palermitana e alcune partecipate hanno pensato bene anche di querelarmi. Purtroppo per loro la verità viene sempre a galla, basta aspettare. Tutte queste battaglie sono per i cittadini, le vere vittime di sprechi e mala gestione. Già allora, viste le forti criticità di gestione amministrative e contabile chiedevo lo scioglimento del Comune di Palermo. Ora più che mai torno a ribadirlo. Il Governo non abbia adesso paura di fare semplicemente il suo dovere: esercitare la legge”.