Aveva chiesto lo scioglimento dell’Ars per la presunta violazione dello Statuto Siciliano in materia di rapporti finanziari tra Stato e Regione. Ora il presidente del Partito Politico MIAS Umberto Mendola deposita l’ultimo atto giudiziario nei confronti del Commissario dello Stato, Prefetto Ignazio Portelli.
“Inerzia del Prefetto”
“L’atto giudiziario – spiega il rappresentante del movimento politico siciliano – si è reso necessario data l’inerzia dello stesso Commissario dello Stato dopo la formale diffida ad adempiere a quanto statuito ai sensi dell’art.8 della Carta Costituzionale Siciliana, finalizzata alla procedura di scioglimento dell’Assemblea Regionale Siciliana per persistente inadempimento nei riguardi dello Statuto Speciale della Regione e la sua conseguente mancata attivazione”. Con questo atto, fa sapere il movimento, si conclude la parte amministrativa dell’articolo 8 dello Statuto Speciale Autonomo e la questione per la prima volta in 75 anni, finisce in Tribunale. Il Presidente Mendola, aggiunge inoltre che “adirà tutte le sedi giudiziarie affinché si possa attuare e rispettare forzosamente la Carta Costituzionale Siciliana”.
L’incontro con il Prefetto
Il presidente del Partito Politico MIAS Umberto Mendola, nelle scorse settimane, accompagnato dal legale Giovanni Mattana, aveva incontrato il Commissario dello Stato, prefetto Ignazio Portelli dopo un atto di diffida comunicato dal MIAS affinchè l’ufficio si attivasse per “dare l’incipit” alla procedura di scioglimento dell’Assemblea Regionale Siciliana per persistente inadempimento nei riguardi dello Statuto Speciale della Regione e la sua conseguente mancata attivazione.
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Perchè sciogliere l’ARS
Violazione dello Statuto Siciliano in materia di rapporti finanziari tra Stato e Regione. Per questo era stato chiesto lo scioglimento dell’Assemblea Regionale dal MIAS, Movimento per l’ Indipendenza e l’Autonomia della Sicilia. “Se l’Autonomia Speciale non va attuata, la Regione Siciliana va commissariata“.
I danni di 76 anni di mancata autonomia
Secondo il movimento indipendentista, 76 anni di mancata autonomia hanno costituito per il Popolo Siciliano “un danno economico e sociale incalcolabile in termini di mancato sviluppo, perdita di posti di lavoro, infrastrutture fatiscenti, bassissima qualità della vita, pagato con disoccupazione ed emigrazione”. “Il Parlamento Siciliano, dal 1946 a oggi – sostiene il MIAS – non ha attuato i principali articoli dello Statuto, soprattutto, quelle norme attinenti ai rapporti finanziari tra Stato e Regione, che fanno perdere alla Sicilia quasi dieci miliardi l’anno”.
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