Continuano gli appuntamenti della rassegna musicale ‘Schubertiade’.
Venerdì 19 maggio alle 20,30 e sabato 20 maggio alle 17,30 al Politeama Garibaldi, l’Orchestra Sinfonica Siciliana sarà diretta da Simone Bernardini, violino solista Elena Graf. In programma Rosamunde, scena n.2 e entr’acte, Konzerstuck in re maggiore D 345, Polonaise in si bemolle maggiore D 580, Sinfonia in do maggiore D 944 di Franz Schubert (1797-1828).
Elena Graf, giovane violinista tedesca di Francoforte sul Meno, ha studiato all’Accademia di Musica di Friburgo con Jorg Hofmann e Latica Honda-Rosenberge all’Università di Musica e Spettacolo di Francoforte. Si è rivelata al pubblico nel 2012 vincendo il concorso Lipizer. Suona un violino realizzato da Giambattista Rogeri nei primi del ‘700.
‘Rosamunde’ è l’ultimo contributo che il compositore viennese dà al teatro. Le musiche di scena per Rosamunde presero vita nell’autunno del 1823, commissionate dal conte Palffy, proprietario del teatro An der Wien per il dramma di Helmina von Chezy che alla prima rappresentazione, il 20 dicembre del 1823 non ebbe successo. Protagonista è Rosamunde, di nobili origini, che viene affidata dal padre ad un povero pescatore. Rosamunde cresce tra i pescatori, ma alla fine sposerà il suo amato Alfonso e viene reintegrata nella sua condizione di regina.
Per ‘Konzerstuck in re maggiore D 345’ (Pezzo da concerto) Schubert trascurò questo genere musicale nel quale non poteva sfogare la sua vena lirica. Si contano solo tre lavori di questo genere, tutti per violino e orchestra. Il Konzerstuck in re maggiore D 345 fu composto per il fratello Ferdinand, compositore dilettante e discreto violinista.
Anche ‘Polonaise’ fu composta nel 1817 per il fratello Ferdinand. Si tratta dell’ultimo lavoro per violino e orchestra d’archi di Schubert.
‘Sinfonia n.9 in do maggiore D 944’, “La grande”, è un gioiello sinfonico caratterizzato da un alone di mistero. Fu Robert Schumann a riportarlo alla luce, dall’oscurità di un baule. Composta nel 1825, come si ricava da un epistolario dello stesso compositore, fu il biografo Alfred Einstein, fratello del celebre fisico, a rammaricarsi del fatto che Schubert non la inviò mai all’editore Schott. Schubert la completò un anno più tardi, come si evince dalla dedica con cui la inviò alla Società Filarmonica di Vienna che la rifiutò, giudicandola “troppo lunga e difficile”. Fu eseguita per la prima volta al Gewandhaus di Lipsia il 21 marzo 1839, sotto la direzione di Mendelssohn.