Il ricordo del consiglio comunale

Schillaci, la lettera della figlia e il dolore dei familiari “La nostra ultima estate felice”

“La nostra ultima estate felice”. Il ricordo degli ultimi mesi di vita di Totò Schillaci, morto ieri all’ospedale Civico di Palermo, arrivano da una delle figlie del bomber di Italia ’90, Jessica Schillaci. Lei, figlia di un campione ma per lei solo il suo grande papà.

Vi racconto chi era mio padre

“La morte non mi potrà togliere i momenti belli” .”Raccontare chi era l’uomo che si nascondeva dietro quegli occhi fuori dalle orbite”. È il regalo, una specie di promessa, che Jessica Schillaci si era ripromessa di fare al padre Salvatore, universalmente noto come Totò. Figlia di Schillaci e di Rita, la prima moglie, Jessica ha scelto di scrivere sul quotidiano La Repubblica dell’uomo che c’era dietro il grande campione.

“Brutto dirgli addio”

Infermiera a Verona, Jessica è rientrata a Palermo negli ultimi per l’abbraccio finale in questi ultimi giorni di dolore. “Conosco la trafila del fine vita ma – ammette – intraprendere questo cammino con il proprio padre, un padre giovane, è davvero lacerante. Abbiamo parlato, abbiamo anche scherzato, finché è stato possibile. Abbiamo ricordato i momenti più belli delle nostre vite che nessuna morte mi potrà togliere. È stato a suo modo un eroe ma per me era solo un padre. Il nostro rapporto non è stato sempre facile, ma quale rapporto fra genitori e figli è facile? Certamente, non è stato facile dirgli addio, ma quest’estate abbiamo vissuto gli ultimi momenti felici. A noi figli ha chiesto scusa perché ha pensato di non essere stato presente tutte le volte che avrebbe voluto”.

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L’ultima estate felice s’è consumata a luglio, qualche giorno di mare a Isola delle Femmine, nei pressi di Palermo, un pranzo al ristorante, sempre circondati dai tifosi. “Se l’è giocata fino in fondo – conclude Jessica Schillaci – pensando non a sé stesso ma alle persone che ha amato e che continuerà ad amare ovunque si trovi adesso. Ovunque siano i suoi occhi fuori dalle orbite”.

Le parole dei figli, “Felici dell’amore della gente”

Totò Schillaci ha segnato l’ennesimo gol. È l’affetto genuino che la città di Palermo, in coda da ieri pomeriggio per raggiungere la camera ardente dell’ex attaccante della nazionale, sta riversando sulla moglie, sui figli e su tutti i familiari. “Io speravo che arrivasse tutta questa gente – confessa Giovanni Schillaci, fratello dell’eroe di Italia ’90 – Totò è un grande e sta avendo tutto quello che si meritava. È commovente vedere tutta questa gente che non conosco,. sono qui per lui, piangono, è un orgoglio, nella disgrazia sono felice. Negli ultimi tempi a tutti, specie ai bambini, Totò raccomandava di non mollare mai e credere nei propri sogni. Il suo ultimo desiderio? Voleva vivere, aveva voglia di vivere”.

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“Siamo felici dell’amore che l’Italia e Palermo stanno tributando a Totò, se lo meritava”, dice, commossa, la moglie di Schillaci, Barbara. “La mancanza di papà si sentirà – aggiunge Mattia, figlio di Schillaci e della prima moglie Rita – sarà una perdita indelebile, segnerà le nostre vite. Ci fa piacere che la gente venga qui a salutare e a confortarci in questo momento terribile. Papà era una persona umile, resterà un punto di riferimento. Mi ha insegnato a lottare sempre con le mie forze, a crescere e a superare gli ostacoli”.

“Era l’amore della mia vita”, Barbara ricorda Totò

“Totò era un galantuomo, una persona umile e io mi sono innamorata proprio di questo, della sua umiltà e della sua gentilezza. Era l’amore della mia vita…È l’amore della mia vita”, dice visibilmente commossa Barbara Lombardo, vedova di Totò Schillaci, calciatore rivelazione delle notti magiche dei mondiali Italia ’90, ai microfoni di Storie Italiane su Rai1 con Eleonora Daniele. “Però i nostri figli mi danno la forza di andare avanti, guardando Mattia vedo il volto di suo padre – aggiunge – E questo affetto è meraviglioso perché mio marito ha lasciato un bel ricordo di sé stesso al di là delle sue prodezze sportive. Un uomo buono che ha lasciato veramente tanto amore, ed è quello che si vede dall’affetto delle persone.

Per tre anni e mezzo abbiamo lottato contro questa malattia. Diciamo che lui l’aveva superata, avevano detto che era guarito e quando è arrivata la proposta di fare un programma televisivo abbiamo deciso di riprenderci la nostra vita in mano, ma dopo il rientro dalla trasmissione abbiamo fatto nuovamente degli accertamenti. Le metastasi avevano preso la parte cervicale, è stato sottoposto a chemioterapie, radioterapie, è stato veramente massacrato però lui ha lottato veramente, è stato un guerriero. Lui voleva vivere per me, per i suoi figli e fino all’ultimo ce l’ha dimostrato”. “Papà lascia un dolore tremendo – commenta il figlio di Schillaci, Mattia – era un punto di riferimento per tutti e non ci sono parole. La sua storia la conosciamo tutti: una persona che dal nulla è diventato quello che è diventato. Speriamo che almeno questo rimanga come esempio per tutti i ragazzi che ci credono. Cosa direbbe papà? A volte era molto riservato, ma è giusto che tutte le persone che sono qui lo vogliano salutare”

Il ricordo del consiglio comunale di Palermo

Il Consiglio comunale di Palermo ha aperto la seduta di oggi nel nome di Totò Schillaci. “Vi invito ad osservare un minuto di raccoglimento per ricordare un grande campione amico e figlio di questa città, Totò Schillaci – ha detto il presidente Giulio Tantillo – ha rappresentato la voglia di riscatto, l’estro, la capacità di raggiungere grandi risultati senza perdere il contatto con la propria città e con il proprio quartiere. Palermo perde una persona che ci ha regalato emozioni e risultati eccezionali senza mai perdere la propria umanità e la propria umiltà”. Schillaci, nel 1997, venne eletto consigliere a Sala delle Lapidi. Il Consiglio comunale ha ricordato anche il giornalista Mauro De Mauro ucciso dalla mafia nel 1970. Il Consiglio ha poi deciso di discutere oggi la delibera sull’avanzo di 67 milioni. In attesa di un emendamento, che sarà presentato nel pomeriggio, Tantillo ha rinviato la seduta a stasera alle 22.

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