“La Sicilia interverrà con forza per far valere finanziariamente il principio dell’insularità che prevede l’obbligo dello Stato di intervenire per rimuovere quelle distonie dovute alla marginalizzazione geografica con interventi economici di rilievo. Non possono essere certo i 10 milioni messi nell’ultima Finanziaria che lasciano il tempo che trovano. Lo dico al Governo, perché il mio compito è tutelare i diritti dei siciliani”. Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani.
Il governatore dell’Isola partecipa al 52° convegno nazionale Giovani imprenditori di Confindustria, dal titolo Nuova Frontiera. Direzione 5.0, a Rapallo. Quindi, parlando di autonomia differenziata, Schifani ha ricordato di aver “dato l’assenso in Conferenza Stato-regioni ma ci sono diritti non negoziabili e saremo molto vigili. Se sarà rispettato daremo l’assenso finale, sarà una valutazione in progress. Dobbiamo essere garantiti che i Lea ci siano e siano gli stessi in tutto il Paese. Prima c’era la garanzia, con il cambio di sistema dobbiamo verificare che la Sicilia non venga penalizzata. Apprendo oggi che la Lombardia non vuole gli stessi Lea in tutta Italia”.
“Sicilia deficitaria di classe dirigente”
Quanto alla Regione, Schifani ha detto che “la Sicilia è una regione deficitaria di classe dirigente e di augurarsi di chiudere “la trattativa con il ministro Giorgetti. Stiamo lavorando, confido prima dell’estate di avere l’ok per lo sblocco del turnover e anche per rivedere i compiti a casa”.
Pnrr “Grande sfida, impegnati il 35% dei fondi”
Al centro del dibattito, il tema del Pnrr: “E’ una grande sfida – ha aggiunto –. Da pochi mesi sono tornato nella mia Sicilia, che non avevo mai abbandonato, comunque, anche quando ero capogruppo al Senato. Ho trovato un’Isola che ha voglia di crescere: il 35 per cento dei fondi Pnrr sono stati impegnati, l’attività si è realizzata. Sul programma collaterale siamo al 50 per cento”.
“Sistema attività legislativa in Sicilia preoccupante”
Infine, parlando del lavoro dell’Assemblea Regionale, ha detto: “In Sicilia ho trovato un sistema di attività legislativa molto preoccupante. Mentre alla Camera e al Senato un emendamento che comporta spese prevede che prima passi in commissione Bilancio o dalla Ragioneria, a Sala d’Ercole c’è il rischio del far west. Si approvano emendamenti approvati direttamente in aula senza copertura, perché privi del visto della commissione bilancio e della Ragioneria generale e poi arriva il governo nazionale o la Corte costituzionale che le impugna”.
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