È Salvatore Sammartano il capo di gabinetto scelto da Renato Schifani. Ex ragioniere generale, 68 anni, dirigente dell’amministrazione regionale in quiescenza, a lui è affidato il compito di mettere a punto la macchina organizzativa del nuovo governatore siciliano.
Sammartano è stato anche dirigente generale alla Salute, ma anche, per la Presidenza del Consiglio, componente del tavolo tecnico istituito per il raccordo ed il coordinamento tra le amministrazioni ai fini dello studio e dell’analisi delle problematiche relative agli aspetti finanziari tra Stato e Regione siciliana, nel quadro del federalismo fiscale, e alla spesa sanitaria.
Inoltre, vanta una lunga esperienza come assessore provinciale negli anni in cui Francesco Musotto era alla guida della Provincia regionale di Palermo. È stato anche presidente dell’Aapit di Palermo.
Con la proclamazione del neo presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, gli uffici di gabinetto degli assessori regionali uscenti sono cessati. Per assicurare la continuità dell’azione amministrativa, il presidente Schifani ha ritenuto di conferire ai capi di gabinetto degli assessori uscenti – che saranno coadiuvati ciascuno da due unità di personale interno – un incarico a tempo determinato, fino all’insediamento dei nuovi assessori. Lo rende noto la presidenza della Regione. Questo personale esaminerà quotidianamente la posta in entrata e ne curerà il relativo seguito istruttorio, segnalando allo stesso presidente eventuali questioni ritenute indifferibili e urgenti.
“Quanto dichiarato dal presidente Schifani nelle scorse ore, circa la possibilità di affidarsi ai capi di gabinetto per la gestione degli assessorati in attesa della formazione della giunta regionale è assolutamente fuori da ogni norma”. Lo dichiara il leader di Sicilia Vera-Sud chiama Nord, Cateno De Luca.
“La legge regionale 28 ottobre 2020, n. 26 – spiega De Luca -, è chiara a proposito. Il comma 4 dell’articolo 3 in particolar modo chiarisce che fino al giuramento degli assessori, il presidente adotta gli atti di ordinaria amministrazione di competenza della Giunta regionale e degli assessori. È dunque il monarca Schifani che deve colmare il vuoto degli assessori. Senza poi tralasciare il fatto che la legge prevede che i capi di gabinetto nel momento in cui decade assessore che li ha nominati decadono automaticamente rimanendo a ricoprire il ruolo di dirigente. Quindi a questo punto stiamo assistendo ad una doppia violazione delle norme”.