Dopo due anni di silenzio, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e Gianfranco Miccichè si sono riconciliati a Palazzo dei Normanni. L’incontro è avvenuto nell’ufficio del presidente dell’Assemblea siciliana Gaetano Galvagno, durante una riunione con i capigruppo di maggioranza e opposizione per discutere la manovra di bilancio 2025-27. “Quando oggi ho visto Gianfranco Miccichè ci siamo salutati, poi d’istinto gli sono andato incontro, gli ho stretto la mano e ci siamo baciati”, ha dichiarato Schifani ai giornalisti. “Sono davvero contento, non parlavamo da due anni. In politica ho imparato a dimenticare”.
Il presidente Schifani ha espresso apprezzamento per il contributo di Miccichè alla discussione sulla legge di bilancio. “Ho apprezzato l’intervento di Miccichè, ha detto cose condivisibili sul disegno di legge”, ha aggiunto. Anche Miccichè, nel pomeriggio, aveva anticipato la riconciliazione al termine della riunione.
Il gesto che ha suggellato la ritrovata armonia tra i due politici è stato un bacio, definito “casto” da entrambi con un sorriso. “E’ stato un bacio casto”, ha confermato ironicamente Schifani ai cronisti, riprendendo le parole pronunciate in precedenza da Miccichè.
Intanto momenti di tensione all’Assemblea Regionale Siciliana durante la discussione sulle variazioni di bilancio. Un acceso scambio di battute tra il presidente dell’ARS, Gaetano Galvagno, e il deputato Ismaele La Vardera, ex Sud chiama Nord ora nel gruppo Misto, ha portato al richiamo formale del deputato e alla sua espulsione dall’aula.
«Lei non conosce le regole minime di un Parlamento, qui non siamo alle Iene. Lei non può fare la morale agli altri deputati, lei non può fare populismo. Ha utilizzato più tempo di quello che aveva a disposizione, adesso gentilmente si accomodi fuori dall’aula». Con queste parole il presidente Galvagno ha interrotto l’intervento di La Vardera, accusandolo di aver superato il tempo a lui assegnato e di aver adottato un atteggiamento non consono al contesto parlamentare.
L’intervento del deputato La Vardera si è concentrato su pesanti accuse nei confronti del governatore Renato Schifani e di alcuni deputati di maggioranza. La Vardera ha accusato Schifani di “moralismo” riguardo alla gestione dei fondi, sostenendo che in passato alcuni deputati di maggioranza avrebbero presentato emendamenti a favore di associazioni con sede presso le abitazioni dei genitori degli stessi deputati. Ha inoltre sollevato dubbi su un finanziamento a una società in cui lavorerebbe il figlio di Schifani. «…per non parlare del finanziamento alla società nella quale lavora il figlio di Schifani» ha dichiarato La Vardera.
Il presidente Galvagno ha replicato duramente alle accuse di La Vardera, definendolo “il reuccio” e accusandolo di incoerenza. «Non si possono accettare lezioni di moralità dall’onorevole Ismaele La Vardera, colui il quale stabilisce principi che per gli altri devono valere mentre per lui no: il reuccio mi sa che in questo caso è proprio lui», ha affermato Galvagno in sala stampa. Ha poi ricordato un episodio in cui, a detta di Galvagno, La Vardera avrebbe chiesto una modifica del regolamento per mantenere la sua posizione di vice presidente della commissione Antimafia, nonostante avesse precedentemente dichiarato di non voler cambiare le regole in corso d’opera. «Ha sempre dichiarato in tutte le sedi di non voler mai cambiare le regole in corso d’opera, dispiace ricordare però che proprio lui ha chiesto che questo principio non valesse per lui – ha detto Galvagno – Ne è conferma il fatto che quando è stato eletto vice presidente della commissione regionale Antimafia – dimostrando così che anche lui è figlio degli accordi – abbiamo dovuto modificare il regolamento proprio per farlo rimanere vice presidente. Dispiace constatare ancora una volta che questo parlamentare utilizza il podio come telecamera televisiva».