“Tutto ci saremmo aspettati tranne che morire democristiani”. E’ l’amaro sfogo di un gruppo di pentastellati della prima ora che si sentono improvvisamente traditi da Di Maio e dai vertici del Movimento. Monta la protesta, silente, della base dopo una serie di scelte che sembrano essere un vero e proprio schiaffo in faccia ai pentastellati siciliani ed ai loro elettori che hanno tenuto a galla il Movimento alle Europee. Scelte che sembrano essere proprio il peggio della politica vecchio stile, la parte deteriore della politica Dc ovvero convocare una assise democratica ma mettendola in condizione di non poter decidere nulla.
Pomo della discordia è la convocazione per domani giovedì 25 luglio della votazione on line sulla piattaforma Rousseau per formalizzare le scelte politiche, la linea del Movimento nei prossimi mesi se non anni. Una data importante quella del 25 luglio per i partiti al governo in Italia praticamente da sempre visto che corrisponde con la data della caduta del fascismo (25 luglio 1943). Ma riferimenti storci a parte c’è un problema ‘grave’ per i siciliani o almeno per quei che oggi si lamentano.
Andiamo per ordine nel ricostruire la vicenda. Il percorso che porta alla scelta della linea politica è iniziato da tempo e si è snodato attraverso una serie di riunioni con i meet up in giro per il Paese. Il leader del partito, Luigi Di Maio, ha incontrato i meet up, ha discusso di idee e progetti, ha raccolto proposte. Tutti gli iscritti al Movimento hanno avuto la loro occasione di partecipazione alla costruzione del programma, del percorso, della linea politica.
Tutti hanno avuto una occasione di partecipazione tranne i siciliani. L’incontro preparatorio in Sicilia, infatti, è stato fissato per il 6 agosto. Tutti convocati. Peccato, però, che a quel punto le scelte saranno già state fatte, la votazione on line conclusa, il programma e la linea del Movimento definiti.
Una vicenda iniziata male e gestita peggio nella quale la base siciliana intravede una voglia di centralismo esasperata e scarsi margini di democrazia. Nessuno degli iscritti, aderenti, consiglieri e deputati ha voglia di parlarne anche se, fuori microfono, la critica è evidente: “Cosa ci convocano a fare il 6 agosto, solo per prendere atto di decisioni già assunte?”
Ma la polemica resta sotto traccia e la vicenda sarà affrontata nei consessi riservati non certo in pubblico. Qualcuno, però, ricorda ancora una volta come uno schiaffo del genere la Sicilia non lo meritasse e non lo meritassero gli attivisti e i portavoce siciliani visto che, in un momento di generale calo dei consensi del Movimento, sono stati proprio i voti siciliani a tenere i 5 stelle a galla alle Europee. Con un calo, sì, ma fisiologico per chi sta al governo e comunque con consensi ben più alti rispetto al resto del Paese. Perché, quindi, lasciare la Sicilia all’angolo?
Ma la replica a lamentele e proteste non arriva da Roma. A stoppare tutti ci pensa il Vice presidente dell’Ars Giancarlo Cancelleri che parla di polemiche pretestuose che non hanno fondamento. “Se la storia fosse realmente come raccontata avrebbero ragione di lamentarsi ma le cose non stanno così – dice Cancelleri a BlogSicilia – la vicenda bisogna inquadrarla correttamente e chi la racconta in questo modo sa di raccontarne solo metà”.
“Nei mesi fra marzo e maggio – continua Cancelleri – ci sono state nove riunioni provinciali anche molto partecipate durante le quali gli attivisti di tutte le province siciliane hanno potuto esprimere il proprio pensiero e portare le proprie idee e documenti. Ogni provincia ha prodotto un documento di sintesi. Ma c’è di più. Il 4 maggio si è tenuto un incontro regionale nel quale si sono discussi tutti i documenti provinciali e il documento finale emerso è già stato consegnato ai capigruppo di Camera e Senato. Inoltre c’è stato un lungo dibattito aperto on line al quale tutti hanno potuto partecipare, contestare, proporre e così via. Viene da chiedersi dove è stato fin ad oggi chi si lamenta”.
Ma allora che senso ha la riunione del 6 agosto?
“Sarà una occasione di confronto sulle scelte operate. Luigi (Di Maio, ndr) ne farà anche in diverse altre regioni il 7, il 9 agosto e così via. Non è – conclude Cancelleri – una riunione legata alla linea del Movimento”.
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