Sergio Tancredi capolista a Trapani, Giorgio Trizzino a Palermo, Valentina Zafarana a Messina, Gianina Ciancio a Catania, Stefano Zito a Siracusa, Vanessa Ferreri a Ragusa, Giancarlo Cancelleri a Caltanissetta, Giampiero Alfarini ad Enna e Salvatore Cinà ad Agrigento.
Sarà questa la formazione pentastellata in campo in questi 100 giorni verso il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana. Si presentano compatti e convinti di vincere i grillini siciliani con una formazione che si replica di provincia in provincia cambiando solo, a turno, il capitano, il capolista. Una sorta di testuggine romana, chiusa, compatta e impenetrabile che ha tagliato fuori gli elementi che potevano essere di debolezza o comunque non perfettamente allineati con il generale Giancarlo Cancelleri.
Compatti e impenetrabili i pentastellati ricordano proprio la ‘testuggine romana’, la formazione da battaglia della fanteria dell’antica Roma la cui capacità militare faceva paura a tutto il mondo e portò Roma a governare da oriente ad occidente. Se un soldato cadeva un’altro predeva subito il suo posta. La testuggine non si apriva mai per non offrire il fianco al nemico.
Proprio mentre tutti litigano loro, invece, mostrano i muscoli tutti insieme. E’ questa la differenza che fa paura agli altri, la compattezza. La base ha dato una indicazione chiara premiando il lavoro fatto a Palazzo dei Normanni in questi cinque anni, confermando tutti i deputati uscenti o quasi e assegnando loro un ruolo di guida nelle province come capolista e come guida del progetto per i prossimi cinque anni.
Il bilancio vero delle forse in campo, però, si farà a settembre quando saranno finalmente definite anche tutte le altre candidature, quando Cancelleri e compagni sapranno chi sono gli avversari, quando il centrodestra avrà scelto e si vedrà in odo chiaro se è compatto e dunque competitivo o se resterà diviso e dunque difficilmente in grado di incidere davvero sul voto. Ma su tutto, alla fine, conterà qualcos’altro: quanti siciliani andranno a votare. Nel 2012 sono stati veramente pochi e il timore che l’astensionismo vinca ancora è alto. forse è veramente quello il nemico da battere per tutti
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