Non smette di avere colpi di scena il processo nei confronti di Rosa Coresello, ex dirigente generale della Formazione, che nelle scorse settimane aveva rinunciato alla prescrizione. Adesso l’accusa cambia idea e chiede 4 anni. La vicenda ruota attorno ad un “pizzino” consegnato a una dirigente del Formez per ottenere, come sostengono i Pm, sette assunzioni da un ente che aveva in ballo la proroga di alcuni finanziamenti, consistenti e fondamentali, da parte della Regione. Lo riporta il Giornale di Sicilia.
A luglio la Procura aveva chiesto il non luogo a procedere per istigazione alla corruzione, dato che era passato troppo tempo dall’epoca dei fatti. Il 16 settembre la Corsello ha chiesto la rinuncia alla prescrizione ma ieri il Pm ha riqualificato la vicenda come tentativo di induzione indebita a dare o promettere utilità e ha chiesto al collegio presieduto da Fabrizio La Cascia di giudicare colpevole l’imputata. Un fatto che rinvia la decisione dei giudici a febbraio.
Un processo lunghissimo quello sulla ex dirigente della regione tanto che la Procura aveva chiesto di applicare la prescrizione anche perchè secondo i Pm, il reato era diverso da come era stato ipotizzato e soprattutto la presunta pressione sul Formez, perché assumesse sette ex dirigenti a contratto dell’amministrazione di Palazzo d’Orleans, sarebbe avvenuta a gennaio 2013 e non ad aprile 2014. Un fatto che sposta i termini della prescrizione a cui pperò la Corsello ora rinuncia.
L’accusa per la Corsello era originariamente di concussione, ma poi era stata trasformata in istigazione alla corruzione ma proprio a fine processo, durante la requisitoria, la procura ha ritenuto che si sia trattato di una induzione indebita a dare o ricevere utilità, un misto fra i due precedenti reati. In ogni caso prescritto all’inizio del mese di luglio. Ieri il cambio e l’allungamento del procedimento penale.
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