Non si placano a Palermo le polemiche relative alle violenze e alle cariche della polizia in assetto antisommossa avvenute mentre sul palco davanti al teatro Politeama parlava la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
La reazione di Saviano su Twitter
Su Twitter è comparsa anche la reazione dello scrittore e giornalista Roberto Saviano che mette benzina sul fuoco. “Ecco – scrive nel suo post il giornalista partenopeo -, iniziamo a vedere come sarà la gestione del dissenso sotto regime fratellista“.
Quale legge democratica?
Così Saviano non solo attacca la Meloni ma sottolinea anche come la polizia abbia caricato su pacifici manifestanti che esibivano cartelloni e urlavano slogan. “Meloni va a Palermo – dice ancora Saviano – e pacifici manifestanti vengono circondati e manganellati senza alcuna ragione. Quale la loro colpa? Esprimere dissenso? È vietato? Da quale legge democratica?”.
“Mano pesante contro attivisti e giornalisti”
Anche i sindacati hanno manifestato il proprio dissenso dopo le violenze di Palermo. “Un’azione di ‘contenimento’, come è stata chiamata, con la mano così pesante contro attivisti noti che manifestavano pacificamente e anche contro i giornalisti che facevano il loro mestiere, lascia di stucco, è sintomo di un clima pesante. Un clima che la stessa Meloni sta contribuendo ad alimentare”. A dirlo è il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino. “Il confronto democratico, la civile protesta contro idee e politiche che non si condividono – e nel caso di ieri sono molti i punti che ci accomunano ai manifestanti nella critica alle posizioni espresse dall’esponente di Fratelli d’Italia – esigono libertà di espressione e di potere essere praticati serenamente – dice Mannino- soprattutto durante snodi delicati come quelli rappresentati dai periodi elettorali”.
Preoccupano candidati che inneggiano al fascismo
“Dovrebbe invece destare preoccupazione ed essere posto sotto la massima attenzione – conclude Mannino- l’atteggiamento di taluni candidati della destra che non esitano in queste ore a inneggiare al fascismo e ai periodi più bui della storia dell’Europa e dell’Italia. Vogliano andare avanti, non tornare indietro, la democrazia va protetta”. Il riferimento è a Calogero Pisano che si è dimesso dal partito della Meloni dopo che aveva usato parole inneggianti a Hitler e Putin. Solidarietà ai giornalisti è giunta anche dall’associazione stampa siciliana.
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