La protettrice dei casi disperati e apparentemente impossibili, delle donne sposate infelicemente e dei serigrafi. E’ Santa Rita da Cascia, detta la ‘Gemma dell’Umbria’ e ‘la Rosa di Roccaporena’, la cui ricorrenza si celebra oggi nel giorno della morte, avvenuto il 22 maggio 1439.
Nata nel 1363 a Rocca Porena, fu fin da piccola tendente alla solitudine e alla preghiera. Si sposò, per volere dei genitori, con un uomo burbero e collerico che, nonostante tutto, sopportò fino al giorno in cui venne assassinato.
Morti anche i figli, desiderosi di vendetta per la morte del padre, chiese di essere accolta nel monastero delle Agostiniane, dove divenne specchio di ogni virtù. Devota alla passione di Cristo, si racconta che un giorno, mentre pregava intensamente, un raggio di luce partì dal Crocifisso, si riflesse sul capo di Rita, poi una spina si staccò dal capo di Gesù e trafisse la sua fronte producendo una profonda ferita seguita da un’insanabile piaga, che rimase fino alla morte. Durissimi gli ultimi quattro anni della malattia, che la condussero a un lento martirio.
Il suo corpo non venne mai sepolto, ma trattato, secondo le tecniche di allora e deposto in una cassa di cipresso, poi andata persa in un successivo incendio, mentre il corpo miracolosamente ne uscì indenne e riposto in un artistico sarcofago ligneo, opera di Cesco Barbari, un falegname di Cascia, devoto risanato per intercessione della santa.
Sul sarcofago, oggi conservato nella nuova basilica costruita nel 1937-1947, sono vari i dipinti di Antonio da Norcia, tra cui quello sul coperchio dove è raffigurata la santa in abito agostiniano, stesa nel sonno della morte su un drappo stellato. Il corpo giace in un’urna trasparente incorrotto e non presenta sulla fronte la famosa piaga della spina, che si rimarginò inspiegabilmente dopo la morte. Esposto alla venerazione degli innumerevoli fedeli, è esposto nella cappella della santa nella Basilica-Santuario di santa Rita a Cascia.
Accanto al cuscino è dipinta una lunga iscrizione metrica, un epitaffio in antico umbro, che accenna alla vita della santa, al suo amore per la Croce e agli altri episodi della sua vita monacale.
Al suo nome sono intitolate tante iniziative assistenziali, monasteri, chiese in tutto il mondo. E’ nata anche un’unione denominata ‘Opera di santa Rita’ dedicata al culto della santa, alla sua conoscenza, ai continui pellegrinaggi e fra le tante sue realizzazioni effettuate, la cappella della sua casa, la cappella del ‘Sacro Scoglio’ dove pregava, il santuario di Roccaporena, l’Orfanotrofio, la Casa del Pellegrino.
Il cuore del culto comunque resta il Santuario e il monastero di Cascia, che con Assisi, Norcia, Cortona, costituiscono le culle della grande santità umbra.