“Malgrado i ripetuti inviti, documentati e supportati da sentenze e richiami normativi, una risicata maggioranza la scorsa settimana ha approvato in Aula un articolo nel disegno di legge sull’edilizia che estende i benefici del cosiddetto mini condono del 2003 anche a chi ha costruito abusivamente in aree sottoposte a vincoli, se pur parziali”. Così in una nota Legambiente Sicilia che ha chiesto al presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, di verificare con gli uffici dell’ARS se ci siano le condizioni per stralciare dal corpo del disegno di legge l’articolo in questione, prima della sua definitiva approvazione, per evitare un’altra pessima figura con l’ennesima, ovvia, impugnativa del governo nazionale.
“Un parte politica difende l’abusivismo”
“Con lettera aperta Legambiente ha ricordato a tutti i deputati regionali che la Regione siciliana ha integralmente recepito la norma nazionale, come chiarito inequivocabilmente nel corso degli anni da alcuni pareri dell’Ufficio Legislativo e Legale. Ma evidentemente, una parte della politica continua a difendere gli interessi degli abusivi.
Il testo della lettera a Miccichè
“Onorevole Presidente,
malgrado i nostri ripetuti inviti, documentati e supportati da sentenze e richiami normativi, una risicata maggioranza la scorsa settimana ha approvato in Aula un articolo nel disegno di legge sull’edilizia che estende i benefici del cosiddetto mini condono del 2003 anche a chi ha costruito abusivamente in aree sottoposte a vincoli, se pur parziali.
Avevamo ricordato, alcuni mesi fa in una lettera aperta a tutti i deputati regionali, come, il fatto che la Regione siciliana avesse integralmente recepito la norma nazionale, sia stato chiarito inequivocabilmente nel corso degli anni da alcuni pareri dell’Ufficio Legislativo e Legale, nello specifico il 241.04.11, il 32.11.05 e il 27.11.07, e ancor meglio, come la prevalente giurisprudenza di legittimità sia stata costantemente orientata in senso restrittivo circa la possibilità di condonare opere realizzate in aree sottoposte a vincoli ambientale. Nel 2005 la Consulta specificò l’ambito di intervento dello Stato e delle Regioni:”… ferma restando la spettanza al legislatore statale della potestà di individuare la portata massima del condono edilizio straordinario, attraverso la definizione sia delle opere non suscettibili di sanatoria, sia del limite temporale massimo di realizzazione delle opere condonabili, sia delle volumetrie massime sanabili” (sentenza Corte Costituzionale n.71 del 2005).
Non c’è nulla di originale nell’ennesimo tentativo siciliano, perché tante sono state le regioni che “c’hanno provato” e parecchie sono le sentenze della Corte Costituzionale che hanno respinto questi tentativi. Ma l’hanno fatto negli anni immediatamente successivi al condono del 2003 e non a 18 anni di distanza.
Adesso, ci sembra più che evidente e logico, che questa norma approvata andrà sicuramente incontro ad una nuova impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri e, dopo quelle non indifferenti recentemente subite dalla legge sull’urbanistica, il Parlamento siciliano subirà un altro colpo alla sua credibilità.
Oltre al fatto in sé, già grave, ci preoccupa ancora di più il merito: parliamo di sanatoria, di edifici e strutture realizzate illegalmente, non rispettando la legge, un nuovo motivo per parlare male della nostra regione. E non possiamo dargli torto!
Ci rivolgiamo a Lei, che tiene, molto giustamente, all’autorevolezza e al prestigio dell’Istituzione che presiede, per verificare con gli uffici dell’ARS se ci siano le condizioni per stralciare dal corpo del disegno di legge l’articolo in questione, prima della sua definitiva approvazione.
Speriamo e auspichiamo che l’intera classe politica siciliana abbia un moto d’orgoglio e provi per una volta a mettere da parte gli interessi degli abusivi a favore dei tantissimi siciliani onesti che non meritano l’ennesima pessima figura che raccoglieremo con l’impugnativa del governo nazionale. Confidiamo nel suo impegno”, conclude Gianfranco Zanna Presidente di Legambiente Sicilia.
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