Il Maurizio Croce a Messina è la cartina tornasole di chi nel centrodestra è contrario alla ricandidatura di Nello Musumeci visto che l’asse che va da Forza Italia agli autonomisti, passando per la Lega, potrebbe usare il caso Messina per dare seguito alle proprie convinzioni. “Non basta che il centrodestra sia unito – dicono dalla Lega – il candidato deve essere quello giusto, altrimenti si perde”. Il capo Lega Matteo Salvini, il leader di Forza Italia in Sicilia Gianfranco Micciché e il deputato regionale leghista Luca Sammartino ne hanno parlato in una conversazione a tre.
No a Musumeci
Tutti sono concordi nel no secco alla ricandidatura di Musumeci, sostenuto dalla leader di Fratelli D’Italia, Giorgia Meloni. Salvini però insiste per fare il possibile per non spaccare il centrodestra. Ma per iniziare la trattativa vera e propria si attendono i ballottaggi in attesa anche di dialogare con Ignazio La Russa nel tentativo di convincerli a mollare la presa su Musumeci.
Minardo e gli altri nomi
Intanto il leader del carroccio, che a Messina ho sostenuto il vincente Basile, non abbandona l’ipotesi di una candidatura del segretario regionale Nino Minardo ma si penserebbe anche all’eurodeputato Raffaele Stancanelli o alla parlamentare Carolina Varchi. Purché Meloni e La Russa rinuncino al bis del governatore uscente.
Lo spauracchio De Luca
Ma è Cateno De Luca che spaventa negli ambienti di centrodestra. “Ho chiamato Germanà – racconta De Luca – poi ha passato il telefono a Salvini. Gli ho ribadito che io lo so già cosa voglio fare da grande, per rispondere a una sua dichiarazione, e che vado avanti sul mio progetto di rinnovamento radicale dell’Assemblea uscente”. De Luca si sta anche rafforzando e a Taormina ha incontrato Vittorio Sgarbi per avviare un percorso comune verso la presidenza della Regione: “Con Sgarbi e Dino Giarrusso – osserva De Luca – voglio costruire un laboratorio politico che dalla Sicilia arrivi a Roma. Abbiamo le carte in regola per farlo”.
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