Salvatore Baiardo, condannato a 4 anni per il favoreggiamento dei fratelli Graviano – capimafia di Brancaccio che ordinarono l’assassinio di don Pino Puglisi – annuncia la sua candidatura a sindaco di Bagheria per il Partito dei poveri alle elezioni del prossimo 8 e 9 giugno. Ad annunciarlo lo stesso Baiardo al programma La Zanzara di Giuseppe Cruciani. Baiardo ha smentito di essere ai domiciliari per la vicenda giudiziaria legata alla presunta calunnia nei confronti di Massimo Giletti.
Baiardo e la vicenda della calunnia
L’ipotesi di reato è di calunnia nei confronti del giornalista Massimo Giletti e del sindaco di Cerasa Giancarlo Ricca e riguarda il caso della presunta foto (di cui finora non ci sarebbe prova) che ritrarrebbe insieme Giuseppe Graviano, Silvio Berlusconi e il generale dei carabinieri Francesco Delfino. Del controverso scatto Baiardo aveva parlato all’allora conduttore della trasmissione Non è l’Arena, per poi smentire la circostanza davanti ai pm.
Baiardo e Messina Denaro
Baiardo inoltre, già un paio di mesi prima dell’arresto del boss Matteo Messina Denaro, in un’intervista a Non è l’Arena, si era detto convinto che il superlatitante si sarebbe fatto catturare dietro un accordo. Ma a finire sotto la lente degli inquirenti era stato l’ultimo polverone sollevato dall’ex gelataio, riguardante la presunta fotografia su Silvio Berlusconi con Graviano e Delfino: un’immagine che Baiardo di fronte ai pm avrebbe negato di avere, nonostante ne parlasse in alcune conversazioni captate.
L’indagine di Firenze
La Dda di Firenze aveva indagato Salvatore Baiardo anche per il reato di false dichiarazioni al pm: ai magistrati fiorentini avrebbe detto che il 19 luglio 1992, giorno della strage di via d’Amelio a Palermo, Giuseppe Graviano era con lui e che era stato fermato da un appartenente alle forze di polizia. Le indagini degli inquirenti avrebbero però smentito questa ricostruzione. La procura del capoluogo toscano gli avrebbe inoltre contestato anche la diffusione di notizie coperte da segreto per aver riferito dell’interrogatorio avuto il 27 marzo scorso con i pm del capoluogo toscano.
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